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Grande guerra e propaganda in mostra a Alessandria

Diego De Finis20 gennaio 2015

La mostra che è stata inaugurata il 29 novembre 2014 e che resterà allestita fino al 29 marzo del 2015 nelle Sale d'arte e nella Biblioteca civica in piazza Vittorio Veneto 1 è particolarmente interessante in quanto mette in evidenza la vasta ondata di spirito nazionalistico che ha coinvolto la popolazione italiana proprio in questo cruciale periodo storico.

l'esposizione si intitola La Grande Guerra: pubblicazioni e immagini dalle collezioni civiche e ha il merito di recuperare e esporre il materiale propagandistico pubblicato a Alessandria nel corso del triennio '15-'18. 

La prima guerra mondiale è stata il teatro di una grande tragedia umana a causa delle strage di milioni di persone, ma anche un fenomeno sociale imponente. Le masse, che attraverso i movimenti sociali e la rivoluzione industriale partiti nel XIX secolo, si stavano affermando come protagoniste della scena politica nelle società di tutto il mondo diventano caratterizzano la delicata fase di passaggio storico e se vogliamo cesura rappresentato dalla Grande Guerra. Si ritiene che in questi anni nasca la propaganda moderna, come esigenza di coinvolgere il popolo nello sforzo collettivo della nazione impegnata nelle operazioni belliche e tenere il morale non troppo basso, magari a causa delle lettere dei giovani familiari coinvolti al fronte.

Anche i programmi scolastici vennero modificati con attività che esaltassero gli ideali della nazione impegnata nel conflitto. Gli alunni erano coinvolti nella lettura dei giornali e nello studio della geografia del fronte nord orientale. La scuola promuoveva raccolte di fondi e materiale destinati ai soldati e visite ai combattenti feriti.

Nel periodo bellico Alessandria ebbe un ruolo chiave di retrovia per i combattenti dei fronti isontino e alpino, in città transitavano feriti e prigionieri. in questo contesto il ruolo dello Stato prese sempre maggiore spazio nella vita civile per ovvie ragioni di organizzazione bellica. L'Amministrazione militare requisì spazi civici come teatri e scuole per utilizzarli come depositi caserme e ospedali. In questo contesto Comune e diocesi presero l'impegno dell'organizzazione di quello che si potrebbe definire fronte interno.

Si costituì per esempio il Comitato di assistenza e di soccorso a favore dei richiamati alle armi e alle loro famiglie nella Galleria Guerci; al laboratorio di indumenti militari lavoravano 3000 donne. Per consentire loro di sostituire la manodopera maschile nuovi asili infantili aprirono nei sobborghi.

La Diocesi organizzò, nell’istituto delle Figlie di Carità in via S. Giacomo della Vittoria, un ufficio per fornire alle famiglie notizie dei soldati; le parrocchie si dedicavano ad attività assistenziali. la Biblioteca, su iniziativa dell’allora direttrice, Zaira Vitale promosse l'iniziativa Biblioteca del soldato a favore dei militari feriti e sofferenti.

l'esposizione, divisa in due sezioni, propone nelle sale storiche della biblioteca civica documenti provenienti dalle raccolte della stessa istituzione e dall'archivio storico del comune. Inoltre sono disponibili 60 immagini, che includono foto originali e riproduzioni tratte dalle lastre della Fototeca civica realizzata da Luigi Marzocchi che fu ufficiale responsabile delle immagini e della propaganda. eseguì personalmente gran parte delle riprese e delle fotografie affiancato anche da altri operatori. Alla fine del conflitto fondò a Milano la società La Steroscopica che produsse una grande quantità di immagini e materiale visivo della vita quotidiana in trincea, omettendo naturalmente, per ovvie ragioni di censura i particolari più crudi. Il suo progetto era quello di "fornire  ai combattenti che ritornavano a casa e alle loro famiglie un ricordo vivo dei luoghi delle scene e degli episodi di guerra", ma il governo Nitti scoraggiò questa impresa. 

Ora questo materiale è parte importante della mostra insieme a quello strettamente propagandistico a testimonianza della nascita della propaganda nazionalistica, sviluppatasi poi negli anni Venti con l'avvento del Fascismo.

Per ulteriori informazioni: www.cultural.it