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La Pavoncella a Camerana

Pietro Giovannini9 maggio 2016

Sono stato felicemente alla Pavoncella, l'ottimo rifugio di Camerana alle Sorgenti del Belbo che da ottobre ha una nuova gestione.

La brava Alessia - che fino a ieri avevo sentito solo per telefono - mi ha accolto col sorriso (anche se le sono piombato tra capo e collo all'una così all'improvviso, come un vero ispettore…) e senza battere ciglio a “prontato” in tavola il menu del giorno.

Nel frattempo conoscevo anche Christian che divide questa avventura in Alta Langa con Alessia (loro sono di Plodio, vicino a Carcare).

Il mio feedback erano Francesco Amorosino e Gabriele Cecconi, due bravissimi fotografi che avevo spedito a dormire lì a Novembre per l'Estate di San Martino a Paroldo (cioè la più bella festa delle Langhe di sempre). Perché come rifugio hanno 9 camere (di varie dimensioni e letti) Tutte con bagno e doccia in camera: quindi si parla di… Rifugio 4 stelle.

Francesco stava completando un lavoro sulle…Masche, invece Gabriele si è dedicato di più alla natura e alla bagna caoda. Ma non divaghiamo…

La struttura pubblica (del comune di Camerana) come ho detto è un rifugio per cui è aperto tutto l'anno e sorprende per la varietà e la diversità dell'offerta.

D'inverno (magari non l’inverno passato…) si fa un sorprendente sci di fondo (fa un certo effetto vedere un gatto delle nevi in Langa!) e ciaspole a manetta, mentre d'estate il nordic walking, il trekking, le arrampicate e in generale le passeggiate sono imperdibili.

L'area attorno alla Pavoncella è particolarmente ubertosa di natura e storia: la contigua Riserva delle Sorgenti del Belbo, dallo storico Pilone del Foresto offre un anello molto interessante nell’unico ambiente umido delle Langhe, con una flora autoctona di orchidee rare; mentre, seguendo il fiume nascente, ci si infila in una conca altrettanto bella che raggiunge morbida i Bragioli sotto Mombarcaro… da qui imperdibile una sosta almeno al borgo epico di Lunetta, girando intorno alla mole imponente della collina, se proprio non si vuole affrontare la salita al borgo (che invece sarebbe da fare, Mombarcaro è a quasi 900 metri, vetta delle Langhe con un panorama unico); oltre lungo il Belbo ci sarebbe poi il vicino San Benedetto Belbo, paese di fenogliana malora per eccellenza, a cui io sono molto legato… per cui siete pregati di andarci!

Così come occorre andare a Villa, il concentrico medioevale di Camerana poche curve più in basso della Pavoncella, con la torre e la bella chiesa e più giù in valle la straordinaria Cappella di San Martino a Lignea di Saliceto (a Saliceto c'è poi una incredibile parrocchiale bramantesca coi suoi simboli esoterici che affascina e inquieta insieme).

Oppure nell'altra direzione, scollinando alla chiesa di Sant'Anastasia sul cocuzzolo verso il borgo di fiaba di Sale San Giovanni (affreschi tardogotici monregalesi, struttura a capanna porticata, un senso di spiritualità e di caducità palpabile ancora oggi). E ancora, oltre Montezemolo, arrivare al confine di Castelnuovo di Ceva (paese minuscolo, su un costone sopra la Liguria con la Chiesa di San Maurizio, la Torre da cui forse vedrete il mare, un osto appena riaperto, il sentiero per il Santuario della Madonna del Deserto etc etc) e poi sotto lungo la Cevetta ecco Priero, un borgo fortificato pazzesco, con struttura a scacchiera intatta e i più antichi portici del Piemonte.

Insomma come vedete qui non ci si annoia! E ci sono occasioni e spazio per ben più di un Week end. Se non vi bastano però le gambe, i ragazzi organizzatissimi vi offrono cavallo (5 bei puledri), mountain bike, quad, fuoristrada (non avete idea di quante strade si perdano nei boschi del Belbo) e tante attività per bambini e famiglie.

Infine la chicca più bella: il Wolf watching. Ebbene sì: i lupi son tornati (quindi in pochi chilometri abbiamo lupi a Camerana e streghe a Paroldo… poi non dite che le Langhe non sono da fiaba!) e ho visto le foto di Cecconi in cui al limitare del bosco tre sagome inconfondibili si specchiavano nella luna. Io di questa notizia sono particolarmente felice perché il lupo (e la lince) sono fondamentali per l'equilibrio dell'ecosistema che altrimenti impazzisce di caprioli, daini e cinghiali.

Il cinghiale - stranamente - non l'ho mangiato (solo perché non avevo una fame da lupo…) ma ho assaggiato tutti gli antipasti dove il “fatto in casa” e la “produzione propria” non erano la solita appendice per turisti da finto agriturismo ma le piacevoli conferme di due persone che han fatto una scelta eroica, ma anche tanto tanto bella. Non vi faccio l'elenco: fidatevi, andate, prendetene e mangiatene tutti (come dice la Bibbia), scambiatevi un segno di pace, e anche un bicchiere di grappa. Scelta eroica ma bella perché vivere l’Alta Langa tutto l'anno, fare i salumi, i formaggi, comprare il miele o la marmellata dal vicino che fa la stessa vita, significa passare il tempo a fare felici le persone che poi (poveri loro) tornano nel cemento e nel rumore, mentre Alessia e Christian possono crescere figli, cani, gatti e quant'altro allo stato brado nella natura vera, dove ci sono anche i lupi, ma non è vero che sono cattivi.