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Le vie di cresta hanno rappresentato per secoli la più sicura e comoda via di comunicazione tra il mar Ligure e la pianura padana; l’importanza anche commerciale dei piccoli centri che si alternavano lungo le strade di alta collina è tuttora testimoniata dalla presenza di castelli, torri e palazzi signorili ma anche dalle ampie cascine porticate che offrivano ristoro ai mercanti e riparo alle bestie. Il famoso “alloggio a piedi e a cavallo” di decine di Locande con Osteria e Stallaggio di cui le insegne sbiadite sui muri punteggiano ancora ogni frazione, ben giustifica l’esistenza di una fitta rete di paesini, oggi su crinali isolati e lontani, ma un tempo su vere e proprie “vie maestre” al centro dell’economia del tempo.
Basta pensare che attraverso queste colline si mettevano in comunicazione Genova con Milano, il Monferrato e i Savoia, i liberi comuni di Asti, Alba e Chieri con Savona. Un viaggio oggi di appena un paio d’ore che in passato durava almeno quattro giorni, fatto coi cavalli, i buoi o i muli oppure a piedi; un viaggio pericoloso, pieno di insidie di ogni tipo (frane, temporali, briganti e gabelle varie) in cui la via migliore non era spesso la più breve ma quella che minimizzava i rischi.
Avere la possibilità di pagare un pedaggio al mare a Finale e rimanere “sotto la protezione” di un unico feudatario fino ad Asti era la soluzione ideale. Questa fu appunto la fortuna (o piuttosto il disegno) dei Del Carretto: tanti piccoli feudi senza soluzioni di continuità che garantivano sicurezza fisica e benefici economici ai mercanti di sale, spezie, olio e seta, e che assicuravano una ricchezza ed un potere duraturi ai feudatari.
Dalla piccola frazione Carretto (proprio a cavallo con la Liguria) questi intraprendenti imprenditori d’antan punteggiarono di castelli, torri e palazzi tutte le colline dalla pianura al mare, diventando per due secoli un’importante pedina nel grande gioco delle alleanze degli staterelli italiani del Basso Medioevo.