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Se c’è un protagonista della gastronomia e del turismo nelle Langhe, questo è sicuramente il Tartufo Bianco, il Tuber Magnatum Pico, fungo ipogeo che cresce assolutamente spontaneo su queste colline. Prodotto sotterraneo della terra, che dalla segretezza trae gran parte del proprio fascino, basti pensare alla ricerca che avviene di notte e con l’aiuto del fiuto di cani appositamente addestrati, è diventato un vero e proprio mito a livello mondiale grazie in particolare a Giacomo Morra, albergatore e inventore della Fiera del Tartufo di Alba.
Un breve percorso ad anello, ovviamente sterrato, che serpeggia tra alberi e cespugli; questo in sostanza è la tartufaia di Castino, che vuole illustrare il tartufo (o meglio i tartufi, bianco e nero) nel loro ambiente naturale.
Il Centro Nazionale Studi Tartufo ha appositamente realizzato una serie di pannelli, con bellissime illustrazioni e brevi testi, che del tartufo dicono tutto: storia e leggenda, notizie scientifiche ed utilizzo in cucina.
Le piante tartufigene sono presenti nelle illustrazioni dei pannelli e dal vero, sui bordi di quello che è stato in passato un campo ed è attualmente un gerbido in fase di “ri-naturalizzazione”. Per completare la sua dotazione “spontanea” di pioppi e roverelle, presenti in gran numero al centro dell’area, sono stati messi a dimora dalla Comunità Montana un centinaio tra carpini e cerri, roveri e noccioli. Per ora sono minuscole pianticelle ma cresceranno e con loro –speriamo– i tartufi!
All’interno della Tartufaia si possono organizzare, su prenotazione, vere e proprie ricerche simulate del tartufo, dove si possono vedere all’opera trifulao e cane, seguendoli su e giù per tutta la tartufaia. La visita all’area è comunque sempre possibile ed è assolutamente libera.
Per raggiungere la tartufaia, dalla piazza del Mercato di Castino, infilare via Vesime: la strada scende in Valle Bormida e dopo circa 200 metri, a sinistra del Pilone votivo della Madonnina si scende nella Tartufaia.
Da non perdere infine il panorama su tutta la vallata che si può ammirare, anche solo effettuando una breve passeggiata dalla stradina che corre sulla dorsale.