Tu sei qui
Le Langhe, un susseguirsi di colline che vanno sempre più innalzandosi dando origine a uno splendido paesaggio con scenari di ineguagliabile bellezza.
Queste colline sono state un tempo modellate dall’opera dell’uomo che, modificando l’ambiente, lo ha trasformato, spinto dalla necessità di creare spazi coltivabili per la propria sussistenza.
È il caso dei terrazzamenti di pietra delle Valli Belbo, Bormida e Uzzone.
Grande è stato lo sforzo e la fatica per creare queste meraviglie paesaggistiche che oggi ci ritroviamo ancora intatte e diventa perciò più che mai fondamentale la loro salvaguardia e conservazione.
Oggi questi spazi coltivabili sono in genere occupati dalla coltura della vite e in particolare del vitigno dolcetto e l’opera dell’uomo per la coltivazione diventa indispensabile per il mantenimento e la conservazione del paesaggio.
Il Dolcetto è un vitigno autoctono tutto Piemontese è un vitigno esigente che richiede molto lavoro in vigneto per interventi colturali e per il giusto dosaggio dei grappoli al fine di ottenere una buona qualità delle uve e in cantina, nella fase di vinificazione, necessita di molte
cure con travasi e lavorazioni eseguiti
in modo tempestivo.
Il vino manifesta tutta la sua gradevolezza e la sua eccezionale morbidezza al palato, vinoso, giustamente tannico, di buon corpo, vellutato, armonico e quindi di facile beva.
Da consumarsi giovane ma regge bene anche alcuni anni di invecchiamento.
Il Consorzio per la tutela e la valorizzazione del Dolcetto dei Terrazzamenti si è dotato di uno Statuto e di un Codice di Autoregolamentazione con regole molto restrittive affinché il prodotto che va in bottiglia sia quello che proviene in modo naturale dal vigneto.
Inoltre una ulteriore degustazione del prodotto effettuata da una commissione molto selettiva e restrittiva, fa sì che solo il prodotto giudicato di livello idoneo possa fregiarsi delle fascette con il logo del Consorzio che attraverso il marchio ne attesta e garantisce la conformità.
Questo è un vino che fa parte dei prodotti di nicchia, diciamo delle piccole DOC, per le particolari caratteristiche di tipicità che solo queste terre sono in grado di dare.
Si tratta di una viticoltura eroica in quanto tutto il lavoro va fatto a mano, comportando perciò tanta fatica e poco reddito, ma il forte legame, l’amore e l’attaccamento per queste terre sono tali da motivarne e giustificarne le fatiche. L’opera dell’uomo diventa quindi essenziale per attuare un sistema di tutela e di gestione ambientale che consenta il mantenimento, la cura, la conservazione e la salvaguardia del territorio e del paesaggio.
Queste opere terrazzate sono opere piene di storia e di tradizioni, frutto del lavoro collettivo di generazioni che meritano il riconoscimento quali opere monumentali dell’impegno, della pazienza e sapienza dell’uomo.