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Un vercellese ai vertici del Regno d'Inghilterra
La Mostra che si conclude il 6 febbraio presso Palazzo Madama, intitolata Lo scrigno del Cardinale, ci permette di scoprire un personaggio straordinario della nostra regione, Giacomo Guala Bicchieri, importante legato papale di Vercelli che ha risolto alcune situazioni internazionali intricate, per conto della chiesa guidata da uno dei più importanti (e potenti) papi che hanno governato a Roma, ovvero Innocenzo III.
Nato al Vercelli nel 1150, è diventato Cardinale nel 1205, investito dallo stesso Innocenzo e da allora ha avviato la sua importante carriera di diplomatico per tutta Europa. La sua abilità lo ha portato in ogni angolo del continente e visto che si trattava di un persona che amava il bello, nel corso dei suoi viaggi collezionava oggetti di pregio, medaglie, arredi, oreficerie. Un tesoro che purtroppo in gran parte è andato disperso. Ma qui vale la pena ricordare anche la sua vita e in particolare il biennio nel quale, per ordine del suo Papa, è stato ai vertici del regno d'Inghilterra, restando sempre fedele alla missione affidatagli da Santa Madre Chiesa.
Il papa temeva che il regno d'Inghilterra, lacerato dalle divisioni interne fra i vassalli e la corona, che aveva concesso (il re Giovanni Senzaterra) nel 1215 la Magna Charta, proprio per ribadire le prerogative della nobiltà rispetto al potere del sovrano, avrebbero potuto subire l'invasione dalla Francia da parte dell'ambizioso Luigi VIII, che rivendicava la corona inglese. Il legato papale piemontese era stato incaricato di garantire l'appoggio della chiesa alla dinastia dei Plantageneti e a scomunicare i baroni ribelli. Ma di fronte al vercellese si presentò una situazione particolarmente delicata: Giovanni senzaterra morì il 19 ottobre del 1216 lasciando la corona al figlio Enrico III ancora in minore età. Per volontà dello stesso sovrano, Guala Bicchieri e William, conte di Pembroke assunsero il ruolo di tutori. La storia (soprattutto quelle medievale) è piena di personaggi nati tutori e poi divenuti a tutti gli effetti sovrani di uno stato spesso debole e diviso, non è accaduto questo nel regno d'Inghilterra. Infatti Guala Bicchieri ha incoronato re il giovane Enrico il giorno dopo la morte del padre e ha iniziato il suo lavoro diplomatico per riportare i ribelli alla fedeltà verso la corona inglese, in primo luogo confermando la Magna Charta. La fazione ribelle si è indebolita anche se non è stata certo sconfitta con la sola forza della diplomazia; Luigi VIII dalla Francia è sbarcato in Inghilterra, ma la fazione filofrancese era diventata esigua e il suo tentativo si è concluso con la sconfitta militare e la pace siglata con Enrico III il 20 settembre del 1217.
Guala Bicchieri è stato ringraziato dal giovane sovrano con la rendita in perpetuo dell'abbazia di Sant'Andrea di Chesterton, che ha permesso al diplomatico di avviare la costruzione della chiesa di Sant'Andrea di Vercelli. Inoltre il prelato portò in Italia vari "ricordi" dal suolo inglese, fra cui le reliquie di Thomas Becket, che erano ancora documentate a Vercelli nel 1781 e sono andate perdute. Così come si è perso davvero tanto del patrimonio di questo importante personaggio medievale, raffinato e cosmopolita. Il fulcro della mostra di Palazzo Madama sono non a caso i contenitori con cui viaggiava: un baule e uno scrigno, finemente lavorati con preziosi decori a cui si aggiungono sedici esemplari degli smalti di Limoges che facevano parte del suo patrimonio e che in quel periodo stavano conoscendo grande fortuna. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Musée de Cluny di Parigi, con materiali provenienti da Vercelli. In parte comunque gli oggetti esposti fanno parte già della collezione di Palazzo Madama.
Poco purtroppo, se si pensa al patrimonio che aveva collezionato questo straordinario personaggio, in gran parte perduto nel corso dei secoli.
Chi ha perso l'esposizione può ammirare il massiccio, splendido, baule da viaggio di Guala Bicchieri all'ingresso della seconda sala del museo, quella dedicata all'arte medievale.