Tu sei qui
Spesso si dice che scavando nei centri abitati italiani (magari per realizzare una metropolitana o qualsiasi opera che necessariamente passi dal sottosuolo) inevitabilmente si trovano resti del passato, fondamenta degli edifici che avevano preceduto gli attuali. In effetti ciò accade frequentemente e per lo più queste scoperte restano nascoste al pubblico: i ritrovamenti vengono registrati, annotati, catalogati, per poi tornare del sottosuolo.
Ad Alba, per varie ragioni, questo non è avvenuto. Alcuni ritrovamenti del passato non sono tornati nell'ombra (anche se magari restano nell'oscurità) e il museo civico Federico Eusebio e l'associazione Ambiente & cultura hanno stabilito un programma di visite guidate all'interno di questi siti che permettono al profano di conoscere alcuni tesori nascosti dell'antichità. La città ha radici antichissime, preromane, per cui è inevitabile che il sottosuolo nasconda parte del suo passato, merito di Alba sotterranea è quello di valorizzarlo e di farlo conoscere.
Ogni due settimane la domenica, e raramente anche il sabato, i volontari dell'associazione guidano attraverso visite di un'ora e mezza i visitatori alla scoperta di tre fra i 30 siti archeologici venuti alla luce negli anni passati. Un viaggio molto interessante nel centro storico per capire qualcosa di più della storia antica di Alba, in particolare del periodo medievale e romano. I siti si trovano tutti nello spazio del centro storico, l'antica città delimitata dalle mura prima romane, poi medievali. I turisti viaggiano da uno scavo all'altro all'aperto per poi scendere nel sottosuolo presso i locali da visitare. Si scopre così che Alba non aveva davvero cento torri nel periodo medievale, ma erano 31, un numero comunque non trascurabile, e le fondamenta di alcune di queste si possono ancora osservare sotto piazza Risorgimento (agli albesi nota come piazza del Duomo). Qui c'è anche traccia dell'intrico di strade e viuzze che caratterizzavano l'abitato nel periodo in cui le torri erano ancora in piedi.
In linea di massima, come accaduto in tante altre città italiane, Alba ha conservato la struttura urbanistica romana, semplicemente costruendo sopra gli antichi edifici quelli nuovi. Anzi nel medioevo era molto comodo appoggiare i palazzi sulle fondamenta già pronte di epoca più antica. Così per esempio in piazza Pertinace Palazzo Marro, è sovrapposto esattamente sui resti (visibili attraverso una vetrata) di un tempio dell'antica Roma. Anche il Duomo di Alba sorge sopra i resti non solo di un edificio precedente l'era cristiana, ma anche della chiesa precedente. Questa è frutto di una progressiva espansione il cui pieno completamento si ha intorno al X-XI secolo.
Probabilmente il ritrovamento più interessante legato all'antica cattedrale, che doveva essere di impianto romanico, è l'antico fonte battesimale da datare probabilmente nell'XI secolo. Massiccio, realizzato interamente in pietra, permetteva il rito per immersione: in sostanza il nuovo arrivato nella comunità cristiana veniva interamente immerso per un attimo nella piccola vasca rappresentata al centro del manufatto. Il fonte battesimale è stato sostituito intorno al XVI secolo, quello nuovo lo ha letteralmente sotterrato e fatto cadere nell'oblio anche della memoria. Resti e vestigia medievali si possono ammirare lungo via Maestra (nella toponomastica ufficiale via Vittorio Emanuele II, ma gli abitanti della città la chiamano tutti con l'altro nome che fra l'altro deriva dalla sua denominazione medievale, via magistra, che era anche una delle principali strade romane, ovvero il Cardine massimo). Al di sotto della chiesa di San Giuseppe si trovano le fondamenta del Teatro romano. Capiterà anche di poter ammirare una piccola parte della massiccia struttura della cinta muraria romana oppure, in via Vida, al di sotto di Palazzo Govone Caratti i resti di una domus, della strada che le correva a fianco (con annesso condotto fognario) e un mosaico ben conservato, appartenente alla famiglia patrizia che abitava l'antico palazzo signorile.
Come anticipato, i siti da visitare sono 30, attualmente non tutti accessibili, ma in ogni caso ogni visita di un'ora e mezza permette di vederne tre, con la guida di un archeologo che racconta la storie di quelle pietre antiche. Volendo l'appassionato di storia, informandosi sui differenti percorsi, può ripetere la visita, scoprendo siti prima non visti. L'iniziativa riscuote un certo interesse, visto che per trovare i posti (limitati, visto che si accede ai siti in piccoli gruppi) occorre prenotarsi con qualche giorno di anticipo. Il ricavato di queste visite ha permesso fino a oggi il restauro di ciò che rimane di un mastodonte preistorico rivenuto sul letto del Tanaro a Verduno. Lo si può ammirare nelle sale del Museo Eusebio, la cui visita conclude ogni percorso di Alba sotterranea e che merita una capatina in virtù dei numerosi reperti ivi custoditi che risalgono addirittura a un paio di millenni prima dell'arrivo dei Romani.
Per informazioni e prenotazioni consultare il sito dell'associazione Ambiente & cultura.