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Gli abitanti di Incisa Scapaccino giustamente vanno orgogliosi della loro storia medievale. Incisa infatti è stata capitale di un importante Marchesato nel Monferrato, che si è destreggiata per tutto il medioevo fino al Rinascimento fra le potenze che si contendevano il Piemonte.
La prima notizia dell’esistenza del paese risale al 27 dicembre del 984. In un atto notarile di compravendita di un vigneto compariva come testimone un abitante di Incisa. Questo significa che la località esisteva già da prima ed è possibile che sia sorta in epoca tardo antica, sul territorio sono stati trovati resti romani anche.
Ma il suo ingresso nella storia coincide con la fondazione dell’omonimo Marchesato ad opera di Alberto del Vasto, poco dopo il 1160 d. C. Da allora Incisa è stata la capitale di un piccolo potentato, la cui storia è coincisa con quella della turbolenta famiglia degli Incisa, attraversando i secoli e fronteggiando via via le ambizioni del Marchesato del Monferrato, di Asti, dei Savoia, dei Visconti di Milano. Il marchesato non ha rappresentato solo un motivo di orgoglio per via dell’autogoverno del territorio da parte della famiglia nobiliare di origine aleramica. All’inizio del XVI secolo Incisa contava 2.300 abitanti, era considerata una località complessivamente florida, ricca di acqua, essendo circondata dal Belbo.
Nel 1548 fu annessa al Ducato di Mantova divenuto a sua volta titolare del Marchesato del Monferrato. Lentamente attraverso i secoli dell’età moderna l’antico Marchesato venne smembrato fino al 1708 quando entrò definitivamente nei possedimenti dei Savoia per seguire di lì in avanti la storia del Regno di Sardegna prima e di quello d’Italia poi. Di questa affascinante storia oggi resta un borgo dall’impianto tipicamente medievale arroccato su una collina su cui sorgeva un castello di cui oggi restano solo resti (distrutto per la prima volta nel 1514 venne ricostruito e per poi cadere nuovamente in rovina). La chiesa del Carmine soprattutto testimonia con i resti dei suoi affreschi quattrocenteschi il gusto per l’arte dei marchesi. Mentre la chiesa di San Giovanni Battista oggi è santuario della Virgo Fidelis, dunque luogo sacro dedicato al corpo dei Carabinieri. Infatti la seconda parte del nome del comune deriva da Giovan Battista Scapaccino, il primo decorato con la medaglia d’oro al valor militare per aver mantenuto fino al sacrificio della vita, il suo giuramento al regno sabaudo di fronte a un gruppo di insorti mazziniani.
Oggi il paese è sede di attività produttive di tipo industriale di vario genere (in borgo Ghiare dove si trova anche il Municipio), mentre per quanto riguarda l’agricoltura, si produce ottimo vino oltre ai tipici cardi. E’ suddiviso in varie zone e molto esteso territorialmente. Si contano infatti anche i borghi Villa, Impero, Collina e Madonna.