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Nella Galleria Sabauda la storia dell'arte italiana
La nuova Galleria Sabauda è stata inaugurata il 4 dicembre del 2014 completando in questo modo il polo museale reale di Torino che include anche l'Armeria, il Palazzo, la Biblioteca reale e il museo archeologico, Palazzo Chiabrese, visitabili con lo stesso biglietto d'ingresso. Per gli appassionati di cultura un'occasione da non perdere nel centro di Torino.
I lavori di restauro della Manica nuova di Palazzo reale hanno richiesto diversi mesi, periodo nel corso del quale, lo scorso anno la Galleria aveva proposto un'iniziativa interessate: le opre d'arte non erano state rinchiuse in luoghi inaccessibili al pubblico, ma inviate presso le altre città piemontesi o in altri musei torinesi, per essere esposte.
Nel frattempo l'intervento alla rinnovata sede museale è stato completato e la Galleria è tornata nel suo luogo originario che fino ad alcuni anni fa era stato utilizzato dagli uffici della Regione Piemonte (mentre la Galleria si trovava nel Palazzo del collegio dei nobili). La manica nuova di Palazzo reale venne progettata dall'architetto Emilio Stramucci tra il 1899 e il 1903. Nel corso dei decenni, nella prima metà del XX secolo ha avuto diversi utilizzi per contro della famiglia reale dei Savoia. il progetto di restauro è stato realizzato sulla base di accurate ricerche storiche e indagini stratigrafiche per restituire al complesso monumentale la sua originaria bellezza. Fra l'altro nei locali seminterrati del museo archeologico, non aperti al pubblico attualmente, è stato completato il percorso in pietra di Luserna, necessario per poter ampliare in futuro l'area espositiva. Dunque la già ricchissima esposizione d'arte attuale potrebbe addirittura ampliarsi.
Sì, perché già adesso la Galleria sabauda offre davvero uno spaccato vastissimo sull'arte italiana dal tardo medioevo fino al XIX secolo. Vi sono esposte circa 800 opere appartenenti agli artisti più importanti della storia dell'arte italiana e europea, una vera miniera di preziosissime opere.
Spiega il soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte Edith Gabrielli: “Facilità e godibilità di fruizione: ecco una chiave, peraltro tipicamente italiana, perfino nel lessico critico. I quattro piani della Galleria Sabauda sono organizzati in un percorso ad anello, che scorre fluido nelle stanze esterne dell'edificio, aperte verso la luce del giorno, che consente al pubblico una visione anche ravvicinata delle opere”.
Dunque alla ricchezza delle opere d'arte presenti nella Galleria si aggiunge la bellezza dei locali stessi, da poco restaurati. Per il visitatore si tratta di un viaggio alla scoperta di tanti artisti, famosi e non. Particolarmente interessante è lo studio dell'illuminazione, che permette alle opere di mostrare la propria bellezza nella giusta ottica. La luce è un elemento molto importante nell'arte, tanti artisti l'hanno utilizzata per donare non solo bellezza alle proprie creazioni, ma anche significato. In questo modo le stanze sono illuminate nella maniera corretta, così come le singole opere. Il visitatore resta meravigliato dall'imponenza di tanti capolavori dell'arte italiana come quelli di Veronese, oppure di Filippino Lippi, Guercino, Beato Angelico, Andrea Mantegna, il Pollaiolo. Ci sono tante pregiatissime opere del Rinascimento italiano nella Galleria sabauda. E non mancano i grandi artisti internazionali come Jam Van Eyck, Pieter Paul Rubens, Antoon Van Dyck.
Allo stesso tempo la Galleria è un punto di riferimento importante per le opere e gli artisti che nel corso dei secoli dal Piemonte hanno offerto al mondo il loro talento, basta pensare a Macrino d'Alba oppure Guglielmo Caccia, detto Moncalvo, Gandolfino da Roreto, Giovanni Martino Spanzotti. A questo proposito il soprintendente Gabrielli spiega: “Il progetto si basa sul confronto aperto e franco tra le opere prodotte in Piemonte e quella realizzate nel resto della penisola italiana e nell’intera Europa, ottenuto attraverso un ordinamento cronologico. Si è inteso così superare ogni ghettizzazione della cosiddetta scuola piemontese, mettendo a frutto gli approdi scientifici degli ultimi cento anni; soprattutto, si è recepito per intero un paradigma interpretativo, proposto tra gli altri da Enrico Castelnuovo, che vede nel Piemonte una parte integrante della cosiddetta cultura delle Alpi e dunque, in termini più generali, una ‘frontiera’, aperta a influssi diversi e, talvolta, dissonanti”.
Grazie anche al rinnovato allestimento della Galleria Sabauda, il Polo Reale di Torino vanta oltre 46.000 metri quadrati di spazio espositivo e più di 3 chilometri di percorso fra i musei. In questo modo è diventato uno dei più importanti circuiti artistici europei, paragonabile per ampiezza e per qualità delle opere esposte al Louvre di Parigi o il Prado di Madrid.