Tu sei qui

anViagi 150Sbagliando Strada

Fontanafredda, da tenuta nobiliare a grande azienda vinicola

Diego De Finis12 ottobre 2015

C’è qualcuno che si ricorda di Maria Adelaide D’Austria, prima e legittima consorte di Vittorio Emanuele II di Savoia e Regina del Regno di Sardegna (la morte prematura le ha impedito di diventare regina d’Italia)?

Qualcuno certamente ci sarà, soprattutto gli storici, ma nella cultura popolare la figura femminile legata al Re galantuomo (Vittorio Emanuele, il primo sovrano dell’Italia unita) è Rosa Vercellana, meglio nota come la Bela Rosin. il rapporto fra i due, il Re e la popolana è piuttosto precoce, l’allora principe la conosce nel 1947, lui aveva 27 anni, lei 14 ed era figlia di un tamburo maggiore dell’esercito sabaudo. Era nata a Nizza Marittima ed ha vissuto la sua giovinezza a Moncalvo. Il principe allora e successivamente Re di Sardegna e d’Italia poi certo non si è limitato alle relazioni con la moglie e la Bela Rosin, ma questa figura di popolana poi diventata contessa di Mirafiori, ha colpito l’immaginario popolare, anche perché a quanto riportano i pettegolezzi del tempo a Vittorio Emanuele piaceva frequentare le popolane più che le le raffinate dame della nobiltà. 

In ogni caso con la Regina, sposata nel 1842, fra l’altro sua cugina, Vittorio Emanuele ebbe ben otto figli; con la Bela Rosin due e con un’altra amante Laura Bon, a cui fu dato il titolo di contessa di Roverbella.

Ma la storia della Bela Rosin per noi è molto più interessante perché legata all’esistenza di una tenuta vitivinicola prestigiosa, quella di Fontanafredda a Serralunga d’Alba. A ricostruire la vicenda storica della tenuta e della famiglia della Bela Rosin è stato l’enologo Lorenzo Tablino nei suoi 4 volumi dedicati alla tenuta. Fino al 1855 la relazione fra Vittorio Emanuele II diventato nel frattepo Re di Sardegna e Rosa Vercellana è stata più o meno clandestina, se non altro non ufficiale, in ogni caso i due figli Maria Vittoria e Emanuele Alberto sono nati nel 1848 e nel 1851, con la regina ancora in vita. Rimasto vedovo, Vittorio Emanuele ha avuto la possibilità di portare alla luce quel rapporto, ma soprattutto ha cominciato verosimilmente a pensare a un lascito per la sua amata (e la famiglia). Fontanafredda esisteva come località prima della nascita della tenuta oggi celebre. E’ citata nel XVIII secolo in diversi documenti catastali come località di Serralunga  in cui esisteva appunto una sorgente fredda. Quando casa Savoia nel 1858 la acquista da Giacomo Roggeri doveva essere già una tenuta per la produzione di vino, infatti esiste su una botte di rovere della tenuta l’iscrizione 1834, inoltre quella che poi stata definita palazzina reale, probabilmente già esisteva, realizzata con uno stile particolare su cui ci sono stati interventi successivi. Perché la scelta del Re di donare la tenuta alla Bela Rosin (oltre a quella di Mirafiori che si trovava a sud di Torino)? Molto probabile l’ipotesi di offrire all’amata una proprietà e dunque una rendita, visto che non avrebbe potuto ereditare nulla dai suoi privilegi di sovrano; c’è anche l’ipotesi che volesse farsi perdonare una relazione fugace con un’altra donna; inoltre è possibile che il Re volesse una proprietà di produzione vinicola in una zona di pregio come quella delle Langhe. 

Nel corso dei primi anni la tenuta viene lentamente costruita e espansa, anche attraverso l’acquisizione di Cascina Galarei e parte dei terreni dell’ex Opera pia Barolo. All’inizio si coltiva e produce soprattutto Dolcetto, la prima vendemmia di Nebbiolo è del 1864, c’è anche il Moscato. Fino al 1878 la tenuta vende vino e prodotti agricoli, ma rappresenta un luogo di sperpero di denaro più che di guadagno, tanto da preoccupare chi all’interno della corte si occupa di contabilità. Indubbiamente i primi 20 anni di esistenza di Fontanafredda hanno rappresentato anche un periodo di grossi investimenti sia edilizi che agricoli.

La svolta avviene nel 1878, quando la tenuta diventa a tutti gli effetti azienda privata sotto la guida di Emanuele di Mirafiore che la denomina appunto E. di Mirafiore. Nello stesso anno muore Vittorio Emanuele II è probabilmente questa è un’evoluzione naturale, della vicenda di Fontanafredda, ora proprietà della famiglia della Bela Rosin. Nei primi anni la casa vinicola si afferma. Una cronaca della Gazzetta del Popolo del 1887 descrive un "telegrafo con filo di 200 metri, il portinaio all’ingresso, il principesco palazzo esistente da anni... la vinificazione in grande scala del Barolo". A partire dal 1880 Fontanafredda consolida la sua presenza sui mercati nazionali e internazionali; nel 1888 arriva alla Fiera di Bruxelles la prima medaglia d’oro, altre ne seguiranno negli anni successivi. Nel frattempo anche la Bela Rosin muore a Pisa nel 1885. Emanuele di Mirafiore punta molto sul Barolo da offrire ai mercati esteri e grazie all’azienda di Serralunga il Re dei vini acquisì alla fine del XIX secolo una notevole fetta di mercato internazionale, anche al di fuori della nicchia dei “vini di lusso”.

  • La camera della Bela Rosin a Fontanafredda. Photo: Lorenzo Marasso.
  • Il salone della Casa di caccia di Fontanafredda. Photo: Lorenzo Marasso.
  • Il laghetto di Fontanafredda ghiacciato in inverno. Photo: Diego De Finis.
  • L'ingresso della casa di caccia e alcuni edifici a Fontanafredda. Photo: Diego De Finis.

Emanuele di Mirafiore muore all’età di 43 anni nel 1894 e lascia l’azienda a entrambi i figli, Gastone e Vittorio. Quest’ultimo però perde le vita dopo soli due anni, resta tutto nelle mani di Gastone che nel 1900 sposa Margherita Boasso, nipote di Quintino Sella che porta in dote la tenuta della Bernardina che entra a far parte della grande azienda di Fontanafredda. I primi 20 anni del nuovo secolo rappresentano per l’azienda vinicola langarola un periodo di forte espansione economica e lauti guadagni, grazie anche al direttore Sebastiano Mollo. I coniugi Mirafiore trasformano l’azienda vitivinicola in un vero e proprio laboratorio sociale, nel 1915 lavorano ben 200 dipendenti in condizioni per quegli anni molto favorevoli, paga media, assicurazione previdenziale. La tenuta diventa per molti il luogo in cui vivere oltre che lavorare, con la scuola e le abitazioni, poi vita sociale, le feste comunitarie, battesimi, comunioni. I conti di Mirafiore trascorrono molto tempo nella tenuta azienda, mostrando gentilezza e benevolenza verso tutti i dipendenti.

Incredibilmente questa prosperità improvvisamente inizia a decadere, senza una ragione apparente. Gastone, pur diventato ricchissimo, comincia a perdere il controllo dell’azienda. Si ipotizza anche che giochi d’azzardo, ma non ci sono prove. Forse la sua ascesa in politica non è estranea a questa vicenda: viene eletto in parlamento nel 1913, nel 1924 e nel 1929 in rappresentanza di schieramenti politici diversi. Nel 1934 diventa Senatore del Regno d’Italia, ma a quel punto era fuori da Fontanafredda. La sua estromissione risale al 1922 e con il licenziamento di Sebastiano Mollo la decadenza è molto veloce, tanto che la moglie di Gastone separa i propri beni patrimoniali da quelli del marito. Immediatamente dopo la crisi finanziaria del 1929, nel 1930 arriva il clamoroso fallimento. Nel 1932 la banca Monte dei Paschi di Siena, già creditrice, acquista la tenuta, la ragione sociale passa sotto il controllo della Gancia. Nel 1933 con il direttore Giuseppe Bressano riprende la vinificazione con il marchio “Tenimenti di Barolo e Fontanafredda”. Gli anni del Fascismo hanno rappresentato un periodo di ripresa per l’azienda, che però, come tutte le attività italiane ha subito il trauma della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra, nel 1947 si registra uno il primo sciopero a Fontanafredda e alcuni dipendenti lasciano l’azienda.

Negli anni ’50 inizia la ripresa col nuovo direttore Vittorio Ferro e con qualche nuovo prodotto come il Contessa Rosa, spumante a fermentazione in bottiglia. La crescita economica arriva negli anni ’60 e nella prima metà dei ’70. L’azienda vitivinicola è rimasta fino a oggi un punto di riferimento importante non solo per la produzione vitivinicola dei vini langaroli, ma anche per l’importante ruolo che ha rivestito per lo sviluppo economico e sociale nelle Langhe. La tenuta continua a essere meta di acquirenti di vino di qualità e di turisti e visitatori che desiderano scoprire la storia della sua nascita e del rapporto sentimentale fra il Re, Vittorio Emanuele II e la popolana, la Bela Rosin, diventata contessa di Mirafiore.

Per saperne di più su Fontanafredda oggi (splendido luogo che vale la pena visitare), consultare il sito: www.fontanafredda.it/web