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Barolo

Diego De Finis30 aprile 2015

Il centro storico di Barolo (che non corrisponde alla parte più alta del Comune) si trova a circa 300 metri sul livello del mare. Una posizione un po’ più bassa rispetto ad altri comuni delle colline del circondario.

Il centro storico, raccolto intorno al castello Falletti secondo una tipica architettura medievale, fatta di piccoli e disordinati vicoli, è adagiato su un altopiano che si conclude all’improvviso in uno sperone che si affaccia sulla valletta della Fava, attraversata dal piccolo omonimo rio. Questa valle doveva essere il passaggio controllato dal castello di cui si hanno notizie a partire dal 1200.

In realtà il sito è stato abitato fin dalla preistoria. Nella valle della Fava sono stati rinvenuti reperti risalenti al neolitico, utensili e armi appartenuti a una tribù celto-ligure che sono stati portati in un museo di Torino. Sul nome del Comune ci sono diverse ipotesi, ma attualmente quella che sembra più probabile è la derivazione dal termine celtico basreul, ovvero luogo basso. sono stati trovati anche reperti romani in zona ma probabilmente non ci fu una presenza significativa qui al tempo di Roma antica, l’origine del paese è strettamente medievale.

Probabilmente esisteva già nell’Alto medioevo al tempo dei Longobardi, ma in effetti le prime notizie documentate risalgono al XII secolo. Inizialmente il paese aveva come punto di riferimento la chiesa campestre di San Lorenzo, oggi scomparsa, che si trovava su un colle fra l’attuale centro storico e la zona dei Cannubi. Anche perché inizialmente il castello e il suo ricetto erano di stretta proprietà della Famiglia Falletti. 

La storia di Barolo è strettamente legata a quella della famiglia nobiliare dal XIII fino al XIX secolo. Inizialmente controllavano la zona per conto del Comune di Alba, ma a partire dal 1486 entrarono nella sfera di influenza del Marchesato del Monferrato. 

Nel 1544 le truppe francesi portano rovina e distruzione nelle Langhe. Ne pagano le conseguenze il castello di La Morra, Barolo e La Volta. Ma gli ultimi due non vengono distrutti e alla fine del XVI secolo quello del centro del paese viene ristrutturato, in questo periodo la chiesa di San Donato diventa la parrocchiale del paese. Barolo nel 1631 entra definitivamente nel territorio dei Savoia. Questo è anche l’anno della peste raccontata da Alessandro Manzoni che nel paese porta via più di 250 persone, non poche per la piccola comunità langarola.

I Falletti conquistano influenza all’interno della corte sabauda tanto che nel 1730 con Gerolamo IV la zona di Barolo diventa Marchesato. La famiglia nobiliare passa indenne la tempesta della Rivoluzione francese e gli ultimi discendenti, la coppia Carlo Tancredi e la moglie Giuliette Colbert, furono furono figure di primo piano nella corte sabauda. Alla morte di quest’ultima il castello divenne sede dell’Opera Pia Barolo, ente che si è dedicato fino agli anni ’60 del XX secolo dell’istruzione dei poveri. 

Oggi il paese è interamente vocato al turismo enogastronomico e alla produzione vitivinicola. Il castello è il centro culturale del Comune e ospita l’Enoteca regionale del Barolo e il Museo del vino (Wimu). C’è anche il museo del cavatappi a completare la proposta turistica per i visitatori appassionati di enologia. I due castelli del territorio (Falletti e La Volta) sono i monumenti più importanti da vedere, ma gli appassionati di escursionismo possono anche inoltrarsi nei sentieri del Barolo che attraversano le colline vitate dove nasce uno dei vini più pregiati al mondo. Inoltre il versante al confine con Monforte offre una zona boschiva di un certo interesse, dove i trifolau cercano e trovano preziosi tartufi bianchi d’Alba.