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A Torino il nuovo volto del Museo Egizio

Diego De Finis30 aprile 2015

Il nuovo allestimento del Museo egizio di Torino è stato inaugurato lo scorso primo aprile, ma per essere precisi va detto che uno dei più importanti musei in Italia non ha mai chiuso.

Dunque quello che i visitatori ora possono ammirare è un allestimento rinnovato, oggi si potrebbe dire un Museo egizio 2.0, che è stato realizzato in parte sotto gli occhi dei visitatori che hanno continuato ad ammirare la vecchia versione.

Una bella sfida per il museo torinese meta di tanti appassionati di storica e archeologia, semplici curiosi, turisti, scuole per ammirare reperti legati all’antico Egitto di inestimabile valore storico.

Il nuovo allestimento è stato realizzato nell’arco di cinque anni, fra il 2010 e il giorno dell’inaugurazione senza che il museo sia stato chiuso al pubblico se non per il suo consueto orario. Si è trattato di una bella sfida, costata 50 milioni di euro, uno dei cantieri più grandi d’Europa, che ha premiato la gestione. Le presenze nell’istituto culturale nel corso del 2014 sono state 567.688, molte più delle 529.911 registrate nel 2006 l’anno delle olimpiadi invernali di Torino. Lo scorso anno il museo torinese è stato, secondo The Art Newspaper, fra i primi 10 musei più visitati d’Italia e fra i primi 100 del mondo.

Magari la curiosità legata ai lavori di allestimento a museo aperto ha incrementato la curiosità dei turisti, una forma innovativa di marketing che potrebbe esser seguita da altri musei in futuro.

Ma cosa offre l’allestimento inaugurato il primo giorno di aprile? Il percorso museale, frutto del progetto scientifico del direttore Christian Greco coadiuvato da otto curatori, si sviluppa cronologicamente lungo un arco temporale che va dal 4000 a.C. al 700 d.C. e si articola spazialmente in quattro piani. La duplice natura delle collezioni torinesi, in parte antiquarie e in parte archeologiche, è raccontata nelle sale sulla storia del museo. In sostanza in questa sezione l’ente racconta se stesso, la sua storia, le ragioni che hanno portato Torino a possedere una collezione tanto preziosa legata a una civiltà così lontana nel tempo e nello spazio come quella dell’antico Egitto.

Fra le sale di particolare rilievo va segnalata la Galleria dei Sarcofagi, che ospita, al secondo piano, alcuni fra i più bei sarcofagi del Terzo Periodo Intermedio e dell’epoca tarda (1100 – 600 a. C). Molti di questi sono stati restaurati presso il centro di restauro della Venaria Reale con il contributo de Gli Scarabei, associazione dei sostenitori del museo torinese. Un lavoro che è stato svolto in collaborazione con il reparto Antichità egizie dei Musei vaticani che ha elaborato insieme all’istituto torinese un protocollo di indagine applicato per la prima volta sui sarcofagi dell’antico Egitto.

Nel museo rinnovato, attraverso ricostruzioni rese possibili dalla tecnologia digitale, il visitatore può viaggiare all’interno di luoghi virtuali del passato, grazie alla collaborazione scientifica con l’istituto Ibam del Cnr. le immagini in tre dimensioni, basate su preziosi documenti di scavo e fotografie d’epoca, ricostruiscono con grande realismo la tomba di Kha, quella di Nefertari e la cappella di Maia, tutte scoperte da Ernesto Schiaparelli, tra i primi direttori del museo, agli inizi del XX secolo. L’istituto torinese si pone in costante dialogo col mondo scientifico internazionale legato alla ricerca storica sull’antico Egitto. E anche il pubblico più eterogeneo gode di questa attenzione, visto che le videoguide e i testi della sala traduttori sono state realizzate in sei lingue, fra cui anche l’arabo, che in fondo rappresenta la cultura dell’Egitto contemporaneo.

Il direttore, Christian Greco, ha così commentato la volontà di apertura del museo: “il nostro scopo è soddisfare non solo gli appassionati di egittologia o i visitatori che fruiscono il Museo a livello didattico, ma anche quel vasto pubblico che è incuriosito e attirato dal mondo delle antichità”.

Il nuovo museo Egizio è stato realizzato con l’ausilio di differenti enti privati e pubblici, che hanno permesso la realizzazione di un allestimento realmente all’avanguardia, sia dal punto di vista storico archeologico che da quello tecnologico, invitando così il grande pubblico alla conoscenza di un’antica civiltà che spesso, nell’immaginario collettivo popolare, è legata più a miti e leggende che alla effettiva conoscenza storica.

Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.museoegizio.it.