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A Palazzo Mazzetti la pittura astigiana del XVII secolo

Diego De Finis28 luglio 2014

Si potranno ammirare fino al 28 settembre le opere esposte a Palazzo Mazzetti ad Asti nell'ambito della mostra pittorica dedicata agli artisti che hanno lavorato nell'Astigiano nel XVII secolo. Asti nel Seicento. Artisti e committenti in una città di frontiera è il titolo di questa esposizione molto interessante promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio di Asti, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni culturali del Piemonte e le diocesi della provincia di Asti.

Si tratta di una mostra-dossier, allestita fra il salone d'onore del piano nobile e nelle sale dell'ala orientale del piano terreno di Palazzo Mazzetti sede espositiva rinomata della città piemontese. Il risultato della ricerca condotta da un gruppo di studio dell'Università di Torino ha anche permesso il ritrovamento di importanti opere che completano il quadro del periodo storico preso in esame dalla mostra.

Il territorio astigiano presentava al tempo una complessa sovrapposizione di potentati politici e amministrativi che influenzarono non poco la produzione artistica, allora completamente affidata alle committenze di chi deteneva qualche grado di potere. la lettura di questa stratificazione di poteri costituisce uno dei punti di partenza per comprendere la mostra.La città di Asti nel 1682 era costellata di numerosi edifici religiosi non più esistenti a testimonianza di quanto fosse influente il potere ecclesiastico nel tessuto cittadino. Molte delle chiese presenti allora in città ora non esistono più. Nel Salone d'onore di Palazzo Mazzetti sono presenti diversi dipinti che illustrano la ricchezza della cultura figurativa astigiana nel XVII secolo. Si possono anche trovare dipinti completamente sconosciuti agli studi specialistici e altri celebri nella storia della pittura piemontese. Fra questi ultimi la pala raffigurante la Madonna del Rosario un tempo collocata nella chiesa dei Domenicani della Maddalena e oggi in San Paolo. Si tratta del prototipo da cui discenderanno numerose altre derivazioni su tutto il territorio del Monferrato. Da Roma arriva la Beata vergine d'Oropa e il ritratto di Giacomo Goria vescovo di Vercelli, nativo di Villafranca. Nella Sala dei Lombardi si può ammirare per la prima volta la tela con San Secondo a cavallo proveniente da Villanova, un bell'inedito dedicato al santo patrono di Asti.

Per i dettagli sulla mostra consultare il sito: www.palazzomazzetti.it/?p=3871