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Pietro Giovannini17 settembre 2017

Un luglio afoso è in arrivo; forse ci porterà un po’ di refrigerio solo l’itinerario del mese: un affascinante viaggio su e giù per le valli delle Langhe, dal Belbo alla Bormida, dalla Bormida all’Uzzone, a (ri)scoprire le vie che per secoli sono state battute dai mercanti e dai pellegrini, infestate dai briganti e protette dai mille signorotti locali che, con tasse, gabelle e pedaggi, su questi traffici costruirono dei veri e propri Principati. Da non perdere quindi i Castelli (bellissimo quello medioevale di Prunetto), le Torri, ma anche le Pievi, i Monasteri, i Santuari; qui il grande Romanico sconfina dall’astigiano per insinuarsi su per la valle Bormida e la prima Liguria: cicli di affreschi straordinari e isolate chiesette in pietra vi attendono ad ogni ansa del fiume: sono la scenografia ideale per una merenda o un pic-nic all’aria aperta. E che aria!

La famigerata Acna¹ di Cengio ha da tempo chiuso i battenti e la valle sta rinascendo a partire proprio da Saliceto (primo comune piemontese, ma di fatto avamposto ligure per architettura e accento) che conserva uno dei rari e migliori esempi di architettura rinascimentale del Basso Piemonte.

La contigua, verdissima Valle Uzzone, oltre ad essere praticamente vergine, vi stupirà per la ricchezza e la quantità di edifici in pietra: palazzi, castelli, torri ma soprattutto case, pozzi, ciabot, cascine, muretti e terrazze.

Uno spettacolo per chi ama l’edilizia semplice, discreta e silenziosa (ma anche solida e duratura). Una lezione per i soliti architetti dal cemento facile.

Purtroppo questi ultimi sono duri d’orecchie e, altrove, smaniano, in una sorta di esibizionismo perverso, per lasciare i segni della loro distorta visione del mondo. Si affannano a progettare (copiando da Berlino, New York, Sidney) spiegando che niente è più brutto del finto rustico, solo per giustificare il loro vuoto mentale. Si sforzano di lasciare una traccia della loro esistenza, qualcosa che possa dare un senso alle frustrazioni da genio incompreso.

E quindi via a costruire le forme più strane, con i materiali più originali, scegliendo colori e arredi da Disneyland… e –se riescono a farle stare in piedi– eccoli pronti a piazzare queste schifezze accanto alla chiesa più bella del paese, nella piazza del Municipio, in cima all’ultimo colle intatto…

E poi mai che ci vadano ad abitare loro!

Verrà il tempo della ragione? O almeno quello della demolizione?

 

¹ Fabbrica petrolchimica della Montedison che inquinò per anni tutto il fiume fino ad Alessandria. Assisto oggi però ad un fenomeno strano: le associazioni che si sono battute per la chiusura dell’Acna, invece di chiudere a loro volta (avendo raggiunto lo scopo), lanciano periodici allarmi inquinamento… non sarà perché vogliono continuare a darsi un senso a dispetto del potenziale valore turistico del loro territorio, e quindi in definitiva dando oggi un danno, magari inconsapevole?