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A distanza di un paio di mesi dalla fine della 84ª Fiera del Tartufo mi sorgono spontanee alcune considerazioni. Premesso che chi organizza è l’Ente Fiera (vi risparmio il nome completo lunghissimo) che ogni anno deve affrontare un’opera titanica di coordinamento di iniziative, creazione di eventi e gestione di testate e tv da mezzo mondo e che la Fiera coinvolge praticamente tutto il territorio di Langhe e Roero in modi e momenti diversi ma sicuramente ha un respiro territoriale, ci sono alcune scelte che, se avevano senso dieci o trent’anni fa, oggi davvero non si possono spiegare.
Partiamo dal periodo della Fiera (1 ottobre - 15 novembre, sei settimane) in cui è attivo il Mercato del Tartufo nella centralissima via Maestra, che attira migliaia di visitatori il week-end… perché il resto della settimana è chiuso! Come funziona? Ad Alba non si possono vendere tartufi in strada: o nei negozi o al Mercato dove però una commissione del Centro Nazionale Studi sul Tartufo esamina i prodotti e ammette solo quelli dignitosi. Questa è un’ottima cosa perché tutela il consumatore (assieme alla carta della qualità ad esempio) per di più su di un prodotto misterioso di cui pochissimi capiscono e in cui troppo spesso il mistero sfuma in bidone. Calcolando che non costa affatto poco, bene fanno a frenare le smanie di speculatori e truffatori. Ora che questo non sia il vero mercato del tartufo appare chiaro anche a un cieco, ma garantire una vetrina in centro con un controllo qualità dei prodotti in vendita è stato un grande passo avanti. Il problema è proprio l’apertura solo nel fine settimana, tipo discoteca, che sembra solo il modo di avere un “Luna Park del Tartufo” per chi ragionevolmente vuole “vedere” i tartufi e i tartufai (che hanno mille difetti ma sono senz’altro folkloristici). Un’idea (se proprio non lo si vuole aprire sempre, che sarebbe la soluzione ovvia e migliore) è di aprire il Mercato almeno in un giorno infrasettimanale, tipo il mercoledì, che potrebbe fornire la quotazione “bassa”, mentre il sabato avremmo quella "alta”. In questo modo si incentiverebbe un turismo infrasettimanale, oggi praticamente assente, e si metterebbe sul mercato un'offerta settimanale di hotel, ristoranti e shopping sicuramente meno cara e più tranquilla che non la bolgia del week end.
La bolgia, ecco il secondo problema: l’aria di festa piace a tutti, la Fiera ha una componente popolare fortissima ed è giusto mantenerla… ma il Luna Park (quello vero stavolta) a due passi dal centro a mangiarsi i già scarsi parcheggi che senso ha? I maligni (e le statistiche) notano un’impennata dei furti in concomitanza con l’arrivo dei giostrai… ma anche senza invocare Law and Order credo che il Luna Park posizionato fuori città (San Cassiano, cimitero, Mussotto?) non sarebbe una grande perdita per nessuno: chi ci vuole andare ci va lo stesso (bambini accompagnati da nonni, ragazzi e ragazze etc…non credo turisti) ma per la foto ricordo basta la Giostra di Bastian in piazza Savona! A Natale invece viene messa la Ruota Panoramica, che sarebbe da montare già a settembre perché è la sola installazione davvero turistica.
Altra nota dolente: i mercati. Mercati di qualunque cosa, ma principalmente di paccottiglia cinese che impestano tutto corso Piave, corso Langhe e mezza circonvallazione… ma davvero tutto ciò ha un senso nel 2015? Davvero chi arriva da Los Angeles si precipiterà a comprare i jeans sottomarca imitazione dei Levis, affrontando un chilometro di banchetti? Davvero chi scende dalle Langhe verrà a comprare i gambali proprio in fiera ad Alba di domenica? Davvero una città famosa per il gusto e il buon vivere ha bisogno di porcari e paninari puzzolenti ad ogni angolo? Non sarebbe meglio ridurre le presenze inutili, recuperando spazio, non penalizzando le attività commerciali in quegli stessi quartieri fuori dal centro, magari affidando ai singoli comitati rionali la creazione di micro eventi sicuramente più motivati e caratteristici: penso ad un raduno di birrai indipendenti ad esempio o ad un mercato del bric a brac, o ancora una sana festa del singolo borgo con prodotti tipici, buon vino e musica tradizionale che è quello che affascina il turista (sempre che non si proponga la paella, il vino non sia lo scarto dell’ultima cantina sociale e la musica non sia tecno… ho visto anche di queste cose!) Se due borghi fanno festa a turno, ci sono 5 settimane di attività (sono 9 borghi più quello del comune) possibili.
Altro spreco è la sfilata storica abbinata al Palio (come ad Asti). Secondo me la sfilata dovrebbe occupare il primo week end di Fiera, il Palio il secondo, perché entrambi gli eventi stanno benissimo in piedi da soli; e così si darebbe la possibilità ad ogni borgo di concentrarsi su una cosa sola alla volta. E al pubblico di vedere il Medioevo due volte invece di una. Ovviamente la sfilata nella circonvallazione coperta di condomini, invece che nel percorso classico via maestra - pizza duomo - via cavour, è un aborto che non si può guardare! Così come il Palio corso nel parcheggio di Piazza Medford, invece che in piazza Duomo. Se sono iniziative turistiche, l'ottica che deve prevalere è quella appunto del turista, con buonapace di asl, personalismo dei borghi e presunte impellenti problematiche di sicurezza (piuttosto si riducano o vietino gli animali pesanti).
Ma tutto ciò è nulla al confronto dell’errore più grave e imperdonabile (e qui penso ai dati economici della Fiera e soprattutto dell’indotto) che nel 2015, a maggior ragione con l’Expo, non si può più commettere.
Perché la Fiera dura solo 6 settimane? Chiunque è convinto che quello sia lo spazio temporale per mangiare i tartufi, ovvero che i tartufi ci siano solo in quel lasso di tempo! I piemontesi sanno benissimo che non è così, che anzi i tartufi migliori sono quelli di novembre e dicembre e che non è raro trovarne ancora a gennaio ma gli altri? E intendo Tutti gli altri? Milioni di potenziali turisti nel mondo che non vengono qui perché pensano che la stagione sia finita…
Capisco che capiti talvolta il caso contrario: abbiamo la Fiera ma non i Tartufi (succede ogni tot) perché la stagione è in ritardo oppure perché è pessima… per carità non è proprio bello ma in realtà accresce fascino e mistero! Lo sfortunato turista tornerà altre volte finché non si sarà tolto la voglia di tartufi: da un punto di vista di mercato non è poi così male.
Ma avere i Tartufi e non la Fiera invece è da masochisti!
E cosa ne facciamo allora? (io li mangio con gusto, lo so, sto scrivendo cose di cui mi pentirò a vita…)
Da una parte ci sono dieci convegni all’anno su come implementare il turismo, come strutturarsi per i mercati esteri, come integrare tradizione e innovazione… e vi risparmio il resto… e poi dall’altra abbiamo la più grande fiera agroalimentare d’Italia, che attira centinaia di migliaia di turisti, e non la sfruttiamo? Va bene essere piemontesemente riservati, ma qui si esagera!
I dati sulle presenze (da cui dipendono anche i finanziamenti pubblici sul turismo) sono assurdi: ad ottobre non si trova una camera a sud di Torino e a nord di Savona, a novembre così così, a dicembre nessuno!
Quanto costa al sistema alberghiero, ristorazione, turismo una scelta castrante come questa? E ovviamente entrando nel dettaglio, il tutto esaurito va dal giovedì-venerdì alla domenica-lunedì: di settimana c’è sempre posto (da cui l’apertura del mercato al mercoledì con almeno un altro paio di iniziative qualificanti: mostre, incontri o concerti).
Per quanto mi riguarda la Fiera del Tartufo di Alba dovrebbe durare quanto la stagione stessa e cioè dal 1 ottobre al 6 gennaio (fidatevi che non sono pazzo!), chiarendo a tutti che puoi sciare e mangiare tartufi (a un’ora da Alba si scia in posti bellissimi), fare le compere di Natale col Tartufo e pure festeggiare il Capodanno!
È un’operazione da inziare il prima possibile, perché non sarà una cosa veloce, ma proprio per questo non bisogna perdere tempo.
Il problema degli eventi di supporto ad un periodo così lungo è assolutamente irrilevante. In primis basta allargare il raggio di azione del nostro marketing territoriale includendo una buona volta l’astigiano che è a due passi e ha gli stessi prodotti delle Langhe.
Ecco quindi che Novembre sarebbe (lo è già) il mese delle decine di piccole Fiere del Tartufo locali che se solo fossero inserite in un circuito con Alba e in un calendario comune avrebbero risolto da sole il problema degli eventi aggiuntivi (e sarebbero intasate di turisti come non mai).
Inoltre dicembre, tra rievocazioni natalizie e mercatini, non mi sembra certo un mese vuoto. Si tratta solo di fare un grande sforzo di coordinamento, in cui magari tante realtà devono “abdicare” la loro esclusiva sulla Fiera, imparando a pensare un po’ più lontano.
Di fatto da settembre a dicembre, in appena trenta chilometri ci sono il grande Settembre astigiano, la Fiera del Tartufo di Alba, tutte le Fiere locali e il Natale… cosa aspettiamo a venderlo come un unicum sotto il segno del vino e del Tartufo?
Il turismo in Italia e in Piemonte non potrà che crescere e chi lo saprà sfruttare meglio farà le cose migliori.
In questo momento Alba e le Langhe sono come il Brasile di Pelè ma a furia di non allenarsi e di sottovalutare gli avversari rischiano di fare la fine dell’Italia con la Corea.