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Il paese langarolo, che si trova a 41o metri sul livello del mare, si è costituito come comune indipendente molto recentemente, nel 1957 in seguito a un referendum. Gli abitanti di quella che prima era la frazione più popolosa di Barbaresco, optarono per l'indipendenza.
La zona comunque sia è stata abitata da molto tempo, sicuramente dagli antichi Romani di Alba Pompeia, visto che alcuni manufatti dell'epoca trovati nella sua zona nel 1897 sono stati di fatto il primo nucleo intorno al quale Federico Eusebio ha costruito il museo che ad Alba porta il suo nome. La zona di Treiso è stata contesa, come quella di Barbaresco fra Alba e Asti, con alcuni scontri testimoniati anche dalle cronache del tempo.
Anche qui dopo l'anno Mille è stato costruito un convento, in località Montersino di cui però oggi si sono perse le tracce. Un'importante evento nella vita della località è rappresentato certamente dalle presenza delle truppe del duca di Savoia Carlo Emanuele I di qui partito per portare l'assalto a Alba nel 1617. Un evento che ha allontanato Treiso dalla città per avvicinarla sempre di più a Barbaresco. Entrambi i paesi passarono a Alba grazie a Carlo Emanuele II di Savoia per staccarsene successivamente per decisione di Vittorio Amedeo II della stessa casata. Da allora Treiso è stata frazione di Barbaresco. In epoca recente è stato un centro di ritrovo per i partigiani che combattevano contro le truppe nazifasciste nel periodo fra il 1943 e il 1945. Ne parla Fenoglio nei romanzi Il partigiano Johnny e Una questione privata. Infine nel 1957 il referendum che lo ha fatto diventare Comune indipendente da Barbaresco.
Il punto di riferimento per il paese è la chiesa parrocchiale dell'Assunta, realizzata nel 1755 che domina la piazza centrale. l'edificio è in stile barocco, con la facciata realizzata in cotto. L'interno a una sola navata propone un interessante altare in legno del XVIII secolo. l'altro punto di grande interesse della zona è rappresentato dalle Rocche dei sette fratelli. Si tratta di uno straordinario fenomeno di erosione delle acque che hanno sgretolato la parete della collina, creando una voragine fra il verde della zona circostante nella quale non cresce vegetazione, almeno sulle pareti. uno spettacolo inusuale intorno a cui è nata la leggenda che da il nome a questa formazione geomorfologica. Secondo la narrazione nel punto in cui ora si trova la voragine c'era un prato su cui lavoravano sette fratelli. Era venerdì, giorno di "magro" (ovvero di digiuno) e la sorella all'ora di pranzo portò loro un pasto austero. I fratelli se la presero con lei e bestemmiarono. In quel frangente passava anche una processione e la pia sorella invitò i sette a unirsi a lei in preghiera. La loro risposta fu nuovamente negativa e caria di astio, fino alla sfida a Dio stesso. A questo punto la leggenda narra dell'improvvisa frana che ha ingoiato i sette temerari, lasciando la sorella salva.