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Castino nel corso del Medioevo è stato un centro molto importante nella Valle Belbo. Punto di passaggio obbligato, per i collegamenti fra la Langa e il Mar Ligure, era a ridosso e controllava due valli. La sua importanza è testimoniata dall'esistenza sul suo territorio di ben tre monasteri benedettini di cui sicuramente due hanno assunto grande importanza e potere su tutto il territorio circostante.
La presenza contemporanea in alcuni secoli di tre strutture ecclesiastiche di questa importanza testimonia anche quanto fosse importante il potere esercitato dalla chiesa, forse anche più di quello dei signori locali, ovvero i Del Carretto. Due poteri che in ogni caso non sembra siano stati in conflitto fra loro non comunque eclatante. I monasteri nel medioevo erano centri importanti per un territorio, ne controllavano lo sviluppo economico e rappresentavano anche punti di riferimento culturale per la raccolta e la trasmissione dei manoscritti, almeno fino all'avvento della stampa.
La sorte delle tre strutture, oggi per certi versi tutte perdute, può indurre a un'ulteriore riflessione sulla storia non solo di Castino, ma anche di buona parte delle Langhe.
Il più antico dei monasteri del paese è quello di cui oggi restano meno tracce. Era intitolato a Nostra Signora delle Grazie o Santa Vergine delle Grazie e si trovava nel territorio di San Bovo (dove fra l'altro ci sono anche due chiese campestri sulla cime di due colline adiacenti) al centro di una valle boscosa e ben protetta. Lo storico Casalis attesta che è stato eretto su iniziativa del re Longobardo Liutprando nel VIII secolo d.C. Certamente la sua presenza è antecedente al 989, stando a documenti conservati in un vicino convento delle Domenicane. Il suo prestigio non va sottovalutato visto che secondo la documentazione esistente aveva sotto il suo controllo zone a Borgomale, Treiso, Alba, i priorati di Sant'Eufemia a Sinio, quello di Santa Maria di Belmonte a Busca. Tuttavia la sua decadenza, di cui non si conoscono le cause, dovette essere precoce, visto che nella prima metà del XV secolo, come attesta Piero Friggeri, l'abbazia è stata incorporata al Monastero di Alba intitolato a Santa Maria Maddalena. Il destino della struttura ci è ignoto, è probabile una sua lenta decadenza. Di questo monastero restano alcuni resti incorporati all'interno di cascine e case private della valle che si trova in località Grazie. La zona, tuttora molto boscosa, è raggiungibile attraverso un bivio che si trova a destra sulla strada che da Alba porta a Borgomale. Inoltre arrivati in cima alla collina, sul punto di scollinamento, sulla destra un sentiero campestre conduce verso una bella zona panoramica dove è stata sistemata una colonna di ferro che indica tutte le località che si possono vedere da quel punto.
Per svariati secoli il monastero di San Bovo è stato affiancato da quello di San Martino dedicato alle suore benedettine, oggi l'unico i cui resti si possono ammirare. Si trovava in località San Martino e stando ai documenti storici fu edificato nel X secolo circa. I resti che ci sono pervenuti fanno pensare a un complesso di una certa importanza e ben organizzato che di fatto ha cessato la sua attività definitivamente con l'arrivo di Napoleone che ha confiscato le proprietà ecclesiastiche. La sua importanza nel corso del medioevo è attestata anche dal fatto di essere stato più volte citato da bolle papali. È seguito l'abbandono della struttura tanto che ciò che oggi resta, la chiesa e parte della romanica torre campanaria, si trovano all'interno di una proprietà privata. Ciò che resta dimostra il pregio della costruzione originaria. Era massiccia e la chiesa mostra due absidi in pietra ben squadrate con colonnine in arenaria. Si possono ammirare anche varie monofore monolitiche che consentivano l'illuminazione all'interno del complesso ecclesiale. La finestra centrale dell'abside propone delle raffinate decorazioni floreali. La torre campanaria presenta una struttura piuttosto tozza.
Infine l'ultimo complesso monastico si trova nel centro del paese, di fronte alla chiesa parrocchiale di Santa Margherita. È il più recente e probabilmente per questo anche il meglio conservato oggi, anche se inaccessibile: i suoi spazi ospitano un'abitazione privata. Venne realizzato nella prima metà del XVII secolo e la circostanza secondo la quale le badesse fossero spesso membri della famiglia Del Carretto fa pensare che i signori di Castino non fossero estranei alla sua edificazione. Testimonianze scritte attestano che il convento possedeva più di trecento giornate di terreno suddivise fra varie cascine in località Fontane, Scavini, Gironi, Pozzo, Case Nuove. A Castino è noto semplicemente come "il Monastero". È stato abbandonato dalla monache benedettine il 22 settembre del 1802, per via delle leggi napoleoniche che sopprimevano gli ordini religiosi.
Il destino dei tre monasteri, anche se certamente con tante differenze, evidenzia tratti comuni. Del primo e più antico si sono perse le tracce e probabilmente con l'andare del tempo è stato abbandonato, forse in assenza di una causa traumatica. Oggi i suoi resti appartengono a proprietà private, anche perché probabilmente per la popolazione della valle quel complesso ricco di pietre e mattoni rappresentava una preziosa fonte di materiale edilizio a cui attingere. Stessa considerazione si potrebbe fare per il complesso di San Martino di cui comunque resta in piedi la chiesa che però fa parte di una struttura agricola privata, acquisita dopo un probabile periodo di abbandono. La struttura del concentrico è diventata abitazione privata.