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anViagi 143Del Bello e del Buono

Amici miei (e amiche mie)…

Beppe OrsiniOriginariamente pubblicato nel settembre 2011

Amici miei (e amiche mie) ormai su tutte le Colline del Piemonte è tempo di vendemmia, complice un’estate corta ma africana. Mi ricorda il 2003 quando per la prima volta i Nebbioli vennero vendemmiati a metà settembre!

Io ho trascorso un’estate di ordinaria quiete, senza grandi novità ma piuttosto concentrata su ricordi e riflessioni esistenziali (ecco: ci voleva anche l’Orsetto malinconico! – NdD). Non ho mancato una serie di appuntamenti ormai classici a cui non rinuncio e che però sono gli stessi degli scorsi anni (eh sì, la tua è la solita vita noiosa e monotona… ma ci faccia il piacere Orsini! – NdD). Voglio ricordare con piacere tre giorni passati nell’eremo di Colletto di Castelmagno tra margari, alpeggi e genepy e… Elisa Isoardi, mia personale guida ai luoghi! Ho cercato refrigerio durante la calura africana nel bellissimo giardino/piscina di Cin a Casa Nicolini a Tre Stelle di Barbaresco senz’altro la struttura ricettiva più bella della zona, o presso i tanti amici accoglienti e sorridenti, con cui abbiamo intrapreso aperitivi e grigliate casalinghe.

Proprio ora, a settembre, a Barbaresco si tiene Piacere Barbaresco, un modo intelligente, intrigante e nuovo di proporre accanto alle degustazioni professionali di questo grande vino anche il retroterra di festa e tradizioni che le nostre colline hanno e di cui non ci si deve vergognare. Basta bere il vino come fossimo in sala operatoria! Il vino è soprattutto lavoro, tradizione, festa e cultura. Per questo sono felice che grandi e storici produttori di queste colline si trovino a chiacchierare di vino con un conduttore garbato e preparato come Gigi Garanzini e con un fenomeno mondiale come Luca Gardini (campione del mondo dei Sommellier a 32 anni) durante la 4 giorni dell’Enoteca Regionale del Barbaresco. Ci saranno Quinto Chionetti e Beppe Rinaldi, Aldo Conterno e Raffaella Bologna, Romano Dogliotti e Chiara Boschis. E questo è solo uno degli incontri. Bravissimi!

A proposito di Quinto Chionetti, l’ultima volta mi ha confidato un detto greco bellissimo: “l’ultima camicia non ha tasche!”

Ergo cari lettori e amate lettrici Gaudeamus igiturché del doman non v’è certezza! (Si vedono i tuoi studi classici… o è stato l’eremo montano? – NdD).

Sono stato felicemente a Cartosio a trovare la famiglia Milano e il loro storico locale dei Cacciatori alla quarta generazione: cito volentieri una faraona in casseruola con le vedure dell’orto… da urlo! Fuori porta ho pranzato assieme ai Rocchetta Boys in Maremma, dall’imperdibile Luciano Zazzeri nella sua Pineta a Marina di Bibbona coi piedi in mare e il pesce che ti salta nel piatto. Da non perdere, prima che vip, giornalisti da scoop e pseudo-gourmet della domenica ce lo rovinino.

A proposito di Rocchetta che bella festa per i 50 anni della Monella di Braida! Gino Paoli ha suonato in maniera divina, in ricordo di Bruno Lauzi: come ci si diverte a Rocchetta Tanaro, da nessuna parte… dovrebbero registrare il format!

La sera più magica dell’estate è stata a Rodotiglia, la collina di fronte a Calosso dove –complice la luna piena– si passa la notte su e giù tra cantine, caosagne e falò. Colazione aspettando l’alba tra le vigne: imperdibile!

La giornata più importante è invece stata il Premio Pavese che ha visto arrivare a Santo Stefano nella casa natale con emozione e riconoscenza Aldo Cazzullo, Andrea Riccardi, Armando Spataro e Umberto Eco! Grande momento di cultura che amplifica la dignità di queste colline di fatica (la fatica della campagna ma pure quella della scrittura).

La cena più buona l’ho fatta, non me ne vogliano i tanti amici ristoratori, alla Libera di Alba dove accanto al tegame di alici, i tortelli di melanzane e la finanziera, trovo sempre il sorriso, il garbo e la precisione di Flavia e della giovane bravissima Grazia: due fiori per un ristorante pieno di certezze in cui è sempre bello tornare.

In chiusura cito la pre-inaugurazione del Palas Cerequio della famiglia Chiarlo a La Morra un albergo fantasmagorico che sa coniugare tecnologia, lusso e fascino antico nella cornice del cru Cerequio, una perla del Barolo. Ai fornelli un Davide Palluda straordinario sempre: il suo finto peperone è geniale e mi ha emozionato e stupito.

Il prossimo mese vi racconterò di Cheese, Douja&Palio e Città del Vino!

Per il momento quindi un abbraccio e… brindiamo alla nuova vendemmia!