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Wine Museum: Viaggio al Centro del Vino

Stefano BevioneOriginariamente pubblicato nel settembre 2010

Ecco una novità di grande impatto nel mondo del vino e del turismo nel Basso Piemonte: a Barolo, patria di uno dei più grandi vini rossi italiani, è nato il Museo del Vino, per sapere proprio tutto sul vino e sulla cultura cui da origine e per intraprendere un lungo viaggio attraverso una storia fantastica ed un mondo variegato. Gli appassionati enoturisti che da parecchi anni ormai affollano le Colline del Vino, ed in particolare le Langhe, non mancheranno di fare una capatina a Barolo per visitare questo nuovo spazio culturale e didattico, ambientato nel caratteristico Castello Falletti di Barolo, già sede dell’Enoteca Regionale del Barolo.

Il percorso di visita è strutturato come un viaggio in profondità nella cultura del vino; la suggestione di addentrarsi nei misteri e nei miti del frutto di Bacco corrisponde alla sensazione fisica di raggiungere il cuore del Castello Falletti, seguendo il percorso di visita che procede dall’alto in basso, dal terzo piano fino ai livelli semi-interrati: un cammino a tappe per conoscere e approfondire l’universo multiforme di storie che ogni bottiglia racconta. L’inizio del percorso di visita è comodamente raggiungibile con un ascensore di cristallo o attraverso le scalinate storiche del castello Falletti. Al terzo piano il visitatore è proiettato nella dimensione mitica dell’origine della vita: il tempo, elemento costitutivo del vino, scandisce il ciclo della vite, dirige la vendemmia e la pigiatura, sovrintende la maturazione e l’affinamento. L’alternarsi di buio e luce, il tenue chiarore lunare, il calore accecante del sole accolgono lo spettatore in una successione suggestiva e completamente avvolgente. Il gioco di contrasti prosegue nel continuo con cui l’universo che circonda il nostro pianeta porta all’infinitamente piccolo attraverso una serie di ingrandimenti, fino alla struttura del dna, essenza genetica tanto dell’uva quanto dell’uomo. La ricchezza della terra e la natura favorevole sono esaltate dal lavoro dell’uomo: la creazione è opera di mani sapienti, che tramandano la fatica del lavoro e il fascino magico della tradizione.

Giunti al secondo piano, ci si abbandona al racconto: la storia si distende davanti agli occhi come un flusso di voci ed eventi. Un unico affresco collega le grandi civiltà dell’antichità alla tradizione ebraica e cristiana, attraversa il Medioevo e raggiunge l’evoluzione degli ultimi secoli che ci hanno preceduto. L’attenzione si sposta sulla scena piemontese, che vede illustrati i momenti più significativi del proprio passato enologico, protagonista in palcoscenico nei documenti e nelle testimonianze d’epoca. Esplorando l’atelier di un pittore e rovistando tra gli strumenti di uno chef si materializza l’influenza del vino sulla cultura occidentale. Il piano nobile del Castello invita a un festoso banchetto in onore dei padroni di casa, il marchese Carlo Tancredi Falletti e la sua consorte Giulia. Il passato e il presente si confondono mentre il Barolo comincia la sua storia nelle botti della cantina: la vita quotidiana nelle stanze private della marchesa scorre a fianco del silenzio della biblioteca, in cui procede la fervida scrittura di Silvio Pellico. I piani semi-interrati del castello sono studiati per accogliere il pubblico al termine dell’esposizione, offrendo un momento di relax e divertimento sotto le volte dei sotterranei del castello. Prendendo posto tra i vecchi banchi del Collegio Barolo, un maestro virtuale guida gli allievi attraverso il processo di produzione del vino, illustrando tecniche, strumenti e leggende di cantina.

Il Tempio dell’Enoturista è invece l’oasi in cui l’amante del vino, così come il semplice appassionato, può sostare per sfogliare una rivista specializzata, consultare una guida, mettere alla prova le proprie conoscenze con pannelli multimediali. E ancora, avere informazioni sui vini piemontesi, sui produttori e il territorio, fino a mettersi in gioco in prima persona, cercando di cogliere i profumi dei grandi vini rossi in una degustazione sensoriale molto speciale.

La visita termina negli spazi dell’Enoteca Regionale del Barolo, con la possibilità di acquistare le migliori etichette dei produttori del territorio e il merchandising del Museo: il giusto corollario dell’esperienza espositiva appena vissuta. Il cerchio si chiude: il vino che finora è stato oggetto di suggestione e ammirazione si concretizza nel bicchiere, capace di ricompensare con il suo caldo abbraccio gli amici venuti ad incontrarlo.