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anViagi 83L’Editoriale

Giusto *

Pietro GiovanniniOriginariamente pubblicato nel settembre 2005

“Tutte le vittime di Hitler, a parte un’esigua minoranza, morirono tra le nebbie dell’ignoto: erano numeri, non nomi; parte delle quotidiane, anonime, statistiche dei morti.”
Martin Gilbert, storico inglese

 

“Scrivete e registrate.”
Simon Dubnov, ebreo di Riga, in punto di morte, 28 novembre 1941

 

“Decido io chi è ebreo.”
Hermann Goering

 

“Non possiamo fucilare 2.500.000 ebrei, né possiamo avvelenarli. Dobbiamo comunque prendere provvedimenti per la loro eliminazione, e questo sarà fatto.”
Hans Frank, Governatore generale della Polonia, 19 dicembre 1939

 

“Pur di realizzare un’importante costruzione, avrei venduto l’anima come Faust.”
Albert Speer

 

“Uno degli aspetti più ridicoli della democrazia rimarrà sempre il fatto che essa stessa abbia offerto ai suoi nemici mortali i mezzi per distruggerla.”
Joseph Goebbels

 

“100.000 soldati russi in un campo di prigionia furono ammassati all’aria aperta e lasciati lì senza cibo o riparo. Disperati scavarono buche per riparo dal vento e dalla neve e si nutrirono di erbe e radici per sopravvivere. Gli abitanti dei villaggi vicini sorpresi a portar cibo furono fucilati. Prima della fine di dicembre i russi erano tutti morti.”
Campo di Hola (Polonia), 1941

 

“Oggi, in Estonia, non vi sono più ebrei.”
Generale SS von dem Back Zelewski, 31 ottobre 1941

 

“Dalla seconda metà di dicembre più di mille ebrei al giorno e molti zingari erano stati presi e ammucchiati nei furgoni a gas di Chelmo. Dopo la conferenza di Wannsee simili furgoni furono usati a ritmo serrato a Belzec, Sobibor, Treblinka e poi a Maly Trostenec”
Polonia 1941

 

“Rabbino non credere che sia impazzito... sono un ebreo che viene dall’inferno. Stanno uccidendo l’intera nazione di Israele. Io stesso ho seppellito un’intera città di ebrei, i miei parenti, i miei fratelli, l’intera famiglia.”
Jakub Grojanowski, fuggito da Chelmo, 20 gennaio 1942

 

“La morte bianca mieteva le sue vittime. Durante la marcia da Ruma a Zemun, i bambini restavano congelati tra le braccia delle madri. Le madri seppellivano in fretta i corpi nella neve.”
Campo di Sajmiste (Jugoslavia), 26 gennaio 1942

 

“Noi SS non portiamo il carico di sciocchezze e di sentimentalismi degli uomini dell’esercito. Dopo dieci anni di educazione razzista, noi siamo in questa guerra come inflessibili campioni del nostro popolo. Non dobbiamo risparmiare né il nostro, né il sangue degli stranieri”
Heinrich Himmler alle Waffen-SS, 14 giugno 1942

 

“Sono ancora così giovane, non ho ancora, nella mia vita, fatto nessuna esperienza; perché il mio destino deve essere una morte come questa? Perché?”
Ultime parole anonime di una ragazza ebrea, raccolte da Salmen Lewental, 1942

 

“Gli slavi devono lavorare per noi. Nella misura in cui non ci servono, possono pure morire.”
Martin Bormann, 19 agosto 1942

 

“Ho estratto e conservato organi da cadaveri molto freschi. Un prigioniero era stato posto sul tavolo di dissezione che era ancora vivo...lo interrogai sulla sua anamnesi medica, quindi un inserviente lo uccise con un’iniezione nel cuore.
Johann Kremer, medico ad Auschwitz, 10 ottobre 1942

 

“Bruciare i cadaveri invece di seppellirli? Dovremmo piuttosto interrare delle lapidi di bronzo insieme con i cadaveri degli ebrei e scrivere che siamo stati noi ad avere il coraggio di assolvere questo immenso compito!” “Sì è questa la verità. Sono del tutto d’accordo con voi.”
Odilo Globocnick e Adolf Hitler, novembre 1942

 

“Le SS buttavano a terra i bambini ebrei nel ghetto e deliberatamente ne schiacciavano la testa con gli stivali.”
Lettera anonima di protesta inviata a Hans Frank, Governatore generale della Polonia

 

“Dovrebbe imparare ad odiare!”
Adolf Hitler a Henrietta von Schirach, 23 giugno 1943

 

“La maggior parte di voi sa cosa significhi vedere 100 o 500 o 1.000 cadaveri insieme. Aver visto cose come queste ed essere rimasti brave persone, ecco cosa ci ha resi duri. È una pagina gloriosa della nostra storia che non è stata mai raccontata e mai lo sarà! (…) Che gli altri popoli vivano nel benessere o muoiano di fame, mi interessa soltanto in quanto noi ne abbiamo bisogno come schiavi. Se 10.000 donne russe muoiono di stanchezza per scavare un fossato, mi interessa unicamente che il fossato sia completato per la Germania.”
Heinrich Himmler ai comandanti delle SS, 4 ottobre 1943

 

“Gli ebrei di Corfù avevano viaggiato per 27 giorni in vagoni sigillati, con il solo cibo e la sola acqua che si erano portati da casa. Quando arrivarono al marciapiede di Auschwitz per essere scaricati, nessuno discese. Metà erano morti metà in coma. Tutti 1795 vennero avviati al crematorio numero 2.”
Miklos Nyiszli, ebreo ungherese internato nel campo, 30 giugno 1944

 

“Stamattina alle 9 una colonna di gente si trascinava lungo la strada per Danzica... quella gente arrancava nel gelo: erano circa 300, e zoppicavano, trascinavano i piedi, scivolavano, cadevano, per alzarsi e barcollare sotto i colpi delle guardie -quei porci delle SS. Chiedendo al alta voce pane, piangendo per avere cibo, 300 povere cose con i capelli annodati, coperte di sporcizia, che una volta erano state delle donne ebree!”
Stan Wells prigioniero di guerra inglese, 26 gennaio 1945

 

“Himmler non aveva l’aura del carnefice. Probabilmente è appunto questo a garantire il successo ai carnefici. Hitler aveva rispetto e ammirazione per il talento organizzativo di Himmler.”
Traudl Junge, segretaria di Hitler

 

“Un giorno deporrete le nostra ossa in sarcofagi di marmo.”
Hermann Goering

 

“Il maggiore americano scese dal carro armato e il giovane tenente Skodzensky uscì dal posto di guardia e si mise sull’attenti. Il tedesco era biondo, bello, profumato con gli stivali lucidi e l’uniforme perfetta. -Vi consegno il campo di detenzione di Dachau: 30.000 residenti, 27.000 all’esterno, 2.340 ammalati, 560 soldati di guarnigione!- l’americano esitò un secondo, poi sputò in faccia al tenente -Schweinhund!-
Dopo aver visto il resto del campo di Dachau, li fucilarono tutti e 500.”
Albert Guérisse, medico belga, 28 aprile 1945

 

“Noi passeremo alla storia come i più grandi uomini di Stato di tutti i tempi. O come i più grandi criminali.”
Joseph Goebbels

 

“Ma se avete condiviso tutti, senza mai reagire, quell’infame odio contro gli ebrei!”
Hermann Speer al fratello Albert, nel 1973

 

“L’Olocausto lascia un segno indelebile per chi lo ha vissuto. Uno continua ad esserci dentro, non si riesce mai più a provare una vera gioia. Mi ricordo una volta a un concerto: suonò un giovane pianista, bravissimo, e suonò Rachmaninoff, il mio compositore preferito. Suonò in modo così meraviglioso che a un tratto, durante il concerto, il pubblico spontaneamente si alzò in piedi ad applaudirlo. Anch’io feci come gli altri, ma poi mi risedetti. Non potevo continuare ad applaudire. Lo raccontai poi a Metha, che mi chiese: “Perché, cosa è successo, che cosa ti opprimeva?” Io risposi: ”Mi opprimeva il pensiero di quanti giovani talenti come lui, persone meravigliose, che potevano dare gioia all’umanità, sono stati sterminati, senza essersi resi colpevoli di nulla.”
Simon Wiesenthal

 

“Di criminali nascosti ce ne saranno ancora, ma devono essere troppo vecchi e deboli per essere processati oggi. Il mio lavoro è finito.”
Simon Wiesenthal, 2003

 

“Premi e onori moriranno con me. Ma mi sopravviverà la volontà di combattere antisemitismo e razzismo, ancora così presenti nel mondo contemporaneo.”
Simon Wiesenthal

 

 

“Buon riposo, Reb Wiesenthal: te lo meriti.”
Elena Loewenthal, 21 settembre 2005

 

Autore foto: 
Didascalia: 
Simon Wiesenthal

 

*  Pubblicato in morte di Simon Wiesenthal, il Cacciatore di Nazisti, come lo definiva una stampa superficiale e pressapochista. In realtà Wiesenthal è stato più un archivista che non un cacciatore.
Odiato anche dai sovietici (che prepararono un dossier falso su di lui, proprio come per il “Protocollo dei Savi di Sion”, evidentemente le buone abitudini non si perdono) difese Waldheim (allora Presidente ONU) dalle accuse di nazismo (e non il contrario come ha scritto su La Stampa poco tempo fa Giovanni De Luna, con la solita boria).
A nessuno dovrebbe mancare “Giustizia, non vendetta”, il suo grande libro biografico.
Tutte le frasi qui riprese riportano la fonte, giusto per ricordarvi che nel mondo oggi esistono moltissimi negazionisti (e non solo in Iran), e se vi fate un giro su internet si leggono cose folli (e non solo a proposito degli Ebrei).