La poesia di Acqui è nella sua quotidianità, in quel vivere un po’ in disparte -provinciale ma con un tocco da gran dama, cittadina ma con la campagna nel cuore- e un po’ sopra le righe al tempo stesso, come se il mondo passasse accanto e appena scalfisse la quotidiana alternanza dei riti sociali che diventano appuntamenti inderogabili di una vita intera: la passeggiata in corso Italia, la sosta nella pasticceria liberty, il saluto a monsignor Galliano - il parroco del Duomo, un’istituzione già al tempo della Grande Guerra - il dialetto così caratterizzante, con quelle “o” belle