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Nelle vallate piemontesi, ricche di armenti e di alpeggi, la produzione casearia ha sempre mantenuto una radicata tradizione.
Oggi il Piemonte conta ben nove formaggi a denominazione d’origine, vanto della Regione e gioia del palato, sul totale di trenta formaggi a denominazione di origine producibili in Italia: Castelmagno, Bra, Murazzano, Raschera, Robiola di Roccaverano, Toma Piemontese, Grana Padano, Gorgonzola e Taleggio.
Sono questi i nomi dei tipici formaggi piemontesi nati dall’antica arte dei pastori casari che partendo da semplici ingredienti quali latte, caglio e sale, hanno saputo dar vita a dei veri e propri prodigi alimentari. Una fragrante pagnotta di pane appena sfornata, una fetta di formaggio e una bottiglia di vino: è questa una cartolina della tradizione casearia piemontese.
Negli ultimi anni, la Robiola - famiglia di formaggi a pasta molle, prodotti con latte crudo, a rapida maturazione e preparati con lavorazioni artigianali da sempre presenti nella lavorazione contadina - ha nuovamente conquistato il favore del pubblico e lo testimoniano le manifestazioni dedicate ai formaggi, “Cheese” in ultimo.
A questa riscoperta ha contribuito non poco l’attribuzione della denominazione di origine “Murazzano” ottenuta con il decreto del Presidente della Repubblica Pertini del 16 dicembre 1982; nel 1996 il Murazzano è stato poi “premiato” dall’U.E. con la D.O.P. (denominazione di origine protetta). A seguito del riconoscimento della Denominazione di Origine, 23 produttori che rappresentano circa l’ottanta per cento di tutta la produzione di “Murazzano D.O.P.”, hanno dato vita al Consorzio di Tutela.
Tale associazione promuove un’azione di sostegno ai produttori che, va ricordato, sono nella quasi totalità piccole aziende agricole a conduzione familiare, per meglio affrontare tutti i problemi legati ad una legislazione in continua evoluzione e “complicazione”.
Per potersi fregiare di tale denominazione il formaggio deve avere le seguenti caratteristiche: la pasta deve essere fresca, grassa, ottenuta con latte ovino in percentuale non inferiore al 60% con l’aggiunta di latte vaccino non superiore al 40%. Le sue forme pesano in media 300/400 grammi, la pasta è morbida, di colore bianco, caratterizzata dal sapore dolce e dal sentore di latte; ma sono pure rinvenibili forme più stagionate, con pasta fondente, di aroma più intenso e penetrante, sapore pieno, a volte quasi piccante.
Un tempo il formaggio Murazzano veniva prodotto solo ed esclusivamente con latte di pecora. Oggi di tale prodotto “classico” vengono confezionato solo modesti quantitativi, i più pregiati, e, come tali, i più ricercati dagli estimatori di questo autentico prodigio alimentare.
Vetrina dell’attività del Consorzio di Tutela è l’annuale Mostra Mercato del Murazzano D.O.P.: sabato 22 e domenica 23 agosto, a Murazzano ovviamente, si ritrovano tutti i produttori della zona, i loro formaggi vengono esaminati da una apposita giuria di tecnici e vengono premiati quelli più meritevoli: un’occasione che intenditori e ghiottoni non possono perdere.