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La Cascina del Pavaglione

Pietro GiovanniniOriginariamente pubblicato nel 2006

Ci sono giornate speciali ed altre più speciali! Sabato 8 luglio 2006 per le Langhe è stata una giornata molto speciale: si inaugurava la Cascina del Pavaglione. Politici, amministratori, giornalisti, uomini di cultura ma soprattutto tanti contadini, tanti langhetti, tanti volti che a Fenoglio sarebbero subito piaciute.

Il Pavaglione per chi ama Fenoglio, ma anche per chi legge almeno ogni tanto un libro, è molto più di un luogo fisico, ed anche più di un luogo letterario: è la summa, la sintesi, l’archetipo di tutte le cascine, di tutte le vite di malora, di tutte le povertà di tutti i contadini del mondo. Agostino che va a servizio (in realtà servitù) potrebbe essere siciliano, irlandese, polacco perché le storie di “malora” sono appunto uguali sotto ogni latitudine. Eppure diverse, della diversità della disperazione e spesso della rassegnazione, ed è questo aver saputo raccontare (come insegna Dante Isella), a rendere grande Fenoglio. Voce e memoria per chi non ne aveva, storia per chi aveva appena vita, dignità per chi stava relegato in fondo.

Il Pavaglione: una casa di pietra girata a nord e a est su una valle profonda con alle spalle il sorì di San Bovo e oltre il profilo della collina di Castino. Un posto dimenticato, in una Langa già aspra con poca vigna e tanta salita, una Langa di acqua e neve oppure di caldo da scoppiare, un luogo simbolo, perfetto per ambientare la storia di Agostino di San Benedetto.

Oggi l’attento recupero (anche rapido, è stata acquisita solo nel 2002) della Comunità Montana “Langa delle Valli” ha restituito alla Cascina (prima sventrata, senza tetto con tante gaggie che le crescevano dentro) una fruibilità, riaprendo  uno spazio di cultura, di memoria, di turismo che sarà al centro di ogni iniziativa fenogliana.

Ed ecco le prime: nell’ambito di un progetto comune con Vinchio e Santo Stefano Belbo nasce il Cammino del racconto, una serie di appuntamenti letterari dedicati a Lajolo, Pavese e Fenoglio, da vivere nei luoghi deputati, attraverso letture, teatro, passeggiate, abbinati ad un pacchetto week-end che rappresenta il punto di arrivo di un’offerta di luoghi letterari davvero alta ma sempre troppo poco promossa e realizzata. Infatti avere grandi scrittori, conservarne i luoghi, realizzare spettacoli è bello e sano ma se tutto ciò non si comunica e se non si sa “vendere”, non rappresenta poi un’offerta turistica.

Quindi ben venga un’iniziativa come questa! (per info: www.terrealte.cn.it/).