Tu sei qui
Perché "anViagi"?¹
Perché questa è la dimensione che preferiamo: il movimento, la ricerca nei luoghi – come nel tempo e soprattutto nel sogno – di queste terre. Sul termine anViagi torneremo poi più avanti, voi consideratelo un suono, anzi un’onomatopea².
Perché questa rivista?
Per promuovere le Langhe, il Roero e il Monferrato come un unico grande (ma non troppo) comprensorio, superando logiche campanilistiche (o peggio burocratiche) che davvero non amiamo.
Un grande territorio dunque, con un’offerta turistica sorprendente per qualità e completezza, basata su cinque pilastri fondamentali: i vini, la gastronomia (tartufo in testa), il paesaggio, le ricchezze artistiche e i grandi personaggi (troppo spesso sottovalutati).
Di tutto ciò parlerà ogni mese anViagi, senza supponenza o faciloneria, con l’umile intento di aggiungere un tassello in più alla conoscenza e quindi alla promozione di queste terre.
La rivista mira (sembra banale) ad offrire informazione chiara, puntuale, indipendente al proprio pubblico, cioè al Turista (sia esso occasionale o affezionato), al viaggiatore che con noi avrà scelto di condividere quest’avventura.
Due parole su alcune modalità editoriali di anViagi: la rivista è leggibile in tedesco per un 75% dei suoi contenuti (in futuro sarà tradotta completamente³).
Voglio ringraziare da subito tutti i turisti tedeschi, svizzeri e austriaci, che per primi sono stati nostri sostenitori, visitatori attenti e rispettosi e a cui, ci sembra il minimo, offriamo oggi una pubblicazione nella loro lingua.
Le Soste sono segnalazioni informative gratuite⁴, da noi scelte e garantite, prive di giudizi di merito: tutti i dati contenuti sono forniti direttamente da ogni singola azienda contattata.
La pubblicità, su un mensile a distribuzione gratuita⁵ come anViagi, è fondamentale, ma non sarà mai nascosta tra le righe degli articoli; articoli scritti e pubblicati sempre e solo in base all’interesse oggettivo per un argomento. Le aziende che intendono promuoversi con noi, troveranno spazi adeguati e di livello, per valorizzarne appieno l’attenzione e le intenzioni; pubblicità quindi come formidabile mezzo di comunicazione diretta, come contatto chiaro tra ogni azienda e i propri potenziali clienti⁶.
Detto questo, non resta che lasciarvi alla lettura di questo numero uno.
Parti anche Tu con anViagi!
¹ Primo e unico editoriale tradotto: “Warum anViagi?”. Warum è stata a lungo l’unica parola che sapessi in tedesco, usata spesso da me (e da Edo, anzi soprattutto da Edo) come esclamazione più che come domanda, verso le due di notte quando puntualmente ci si inchiodava il computer con mezzo impaginato già fatto e ovviamente perduto…Warum anViagi!
² In realtà non l’ho poi mai spiegato esplicitamente…ad un certo punto è comparsa una frase nel sommario che ricorda come la parola derivi da un’omonima canzone dei Mau-Mau. È stata scelta per il suono e anche come buon augurio, visto che nel ritornello dice “anviagi, e non c’è inizio né fine”. Ovviamente an viagi in piemontese vuol dire “in viaggio”, ma questo lo abbiamo sempre dato per scontato!
³ Altra promessa mancata… in realtà lo spazio è sempre più tiranno e malgrado mille prove è impossibile tradurre completamente la rivista: ci vorrebbero 200 pagine e uno stuolo di traduttrici da martirizzare alla domenica sera (cioè quando di solito cambiamo mezzo menabò). In compenso da marzo 2006 a parla anche in inglese.
⁴ Le Soste erano le segnalazioni d attività turistiche che completavano gli Itinerari. Tra l’altro è parecchio tempo che non presentiamo più itinerari, soliti problemi di tempo e spazio… però è un peccato perché era divertente farli e venivano davvero carini: cercheremo di rimediare in futuro. Promesso.
⁵ E anche questa cosa è durata poco: sono restati gratuiti solo i primi due numeri. Il fatto è che se una cosa è gratis, ecco che immediatamente perde di valore intrinseco e finisce per essere sprecata (almeno in Italia). Abbiamo messo un prezzo di copertina ampiamente inferiore al prezzo di mercato per una rivista mensile a colori, con cui copriamo a malapena le spese per la distribuzione, proprio per rimanere nella stessa filosofia, evitando però di trovare AV per terra nei giardinetti pubblici, in attesa di spazzino…
⁶ Almeno questa promessa non l’ho mai mancata. Devo dire che, malgrado molte pressioni, non abbiamo mai ceduto a questo sacrosanto principio (che sarebbe anche norma di legge per altro). Sostenuti soprattutto da un gruppo – quanto mai eterogeneo – di produttori illuminati che ha creduto nella nostra filosofia fin dal primo numero, abbiamo potuto tenere duro; ed è proprio grazie a questi produttori di vino che AV non ha mai fatto pubblicità occulta, né mai la farà. Piuttosto chiudiamo e andiamo a vivere in Ungheria! (quasi quasi…)