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Non è facile poter ammirare un palazzo reale concepito come tale. Nella maggior parte dei casi palazzi di questo genere sono riadattati per ospitare nuove istituzioni o diventano musei dedicati a esposizioni estranee alla destinazione originaria.
A Torino è possibile ammirare il Palazzo reale dei Savoia per come era stato concepito, anzi per come, in buona sostanza, lo ha lasciato Carlo Alberto, che è l’ultimo sovrano ad avervi messo mano. Le famiglie reali, con la loro storia che si intreccia con la grande storia del mondo, hanno sempre suscitato un grande fascino popolare. A Torino per esempio è possibile ammirare la sala del trono e la stessa prestigiosa poltrona su cui Carlo Alberto si sedeva nella sua funzione di monarca del Regno di Sardegna. A dire il vero questo trono non ha nulla di particolarmente affascinante, anzi se paragonato con l’immagine del trono che arriva da racconti e romanzi può apparire anche banale.
Per tornare al Palazzo reale di Torino, quello che il museo del Palazzo mostra è solo una parte del complesso che ospitava la corte dei Savoia. Oggi tutto il complesso è suddiviso fra 5 musei che fanno parte, appunto, del polo reale. Alcuni li abbiamo già incontrati, uno di questi appunto è il Palazzo reale, che propone un percorso all’interno delle sale che ospitavano la corte sabauda, quelle dedicate agli incontri ufficiali e quelle private, anche le stanze da letto.
Il complesso architettonico è stato progettato alla fine del XVI secolo da Ascanio Vitozzi, su incarico di Carlo Emanuele I di Savoia, allora ancora duca, ma in forte ascesa nell’ambito della politica europea. Nel XVII secolo il complesso era collegato con l’attuale Palazzo Madama ed è importante sempre nello stesso secolo, l’edificazione, ad opera di Guarino Guarini, della Cappella della Sindone. Fra gli artisti che sono intervenuti sul palazzo si ricordano il pittore Daniel Seiter, a cui è dedicata un’intera sala e il celebre architetto messinese Filippo Juvarra ingaggiato per dare lustro allo stato diventato finalmente regno di Sardegna nel 1713. Un altro artista che lascia un’impronta importante sull’edificio è Carlo Francesco Beaumont, che ha lavorato nel XVIII secolo per Carlo Emanuele III, la sua opera più prestigiosa e spettacolare è la lunga galleria che attualmente ospita il corpo centrale dell’Armeria reale.
L’ultimo importante intervento su Palazzo reale è quello voluto da Carlo Alberto che dona al complesso un respiro neoclassicista chiamando alla progettazione Pelagio Palagi. Quello che noi vediamo oggi è, in buona sostanza, il Palazzo reale di Carlo Alberto, il figlio, Vittorio Emanuele II non compie interventi. Inoltre nel 1861 arriva il Regno d’Italia e nel 1865 il trasferimento della capitale a Firenze (e poi 5 anni dopo a Roma). L’edificio perde così importanza politica, ma non decade, diventa preso in parte museo, in parte palazzo che ospita uffici, fino all’avvento della Repubblica nel 1946. L’ultimo discendente dei Savoia a portare suppur lievi interventi è Umberto II.
L’attuale museo del Palazzo reale corrisponde col primo Piano nobile. Il maestoso scalone d’onore porta all’imponente Salone della guardia Svizzera, privo di arredi, ma con maestosi affreschi alle pareti e un grande camino centrale sulla parete di fronte all’ingresso. Di qui si accede alla sala dei Corazzieri una delle prima anticamere della corte. Oggi è caratterizzata da tre grandi tele volute da Carlo Alberto, fra cui La sete patita dai primi crociati di Francesco Hayez. Si passa poi alla sala degli Staffieri caratterizzata dal ciclo di arazzi dedicato alla vicenda di Enea e Didone. La sala del trono è anticipata da quella dei Paggi. Il trono si trova lì dal 1831 per volere di Carlo Alberto. Il soffitto dorato è stato completato nel 1662 dagli intagliatori della famiglia Botto. Il trono è cinto da una balaustra settecentesca in legno e incoronato da preziosi drappi. Da sottolineare che quasi tutte le sale sono caratterizzate da grandi e preziosi lampadari oggi accesi grazie a candele elettriche.
Un altro ambiente particolarmente importante è la sala da ballo progettata da Pelagio Palagi in stile neoclassico. È caratterizzata da colonne classiche, fregi e decorazioni che rimandano alla danza. Il visitatore viene colpito anche dalla sala del Consiglio elegante, ma non sgargiante, storicamente importante perché ha ospitato il 4 marzo nel 1848 la firma da parte di Carlo Alberto dello Statuto albertino. Di interesse più storico che artistico la sala da pranzo con la tavola imbandita per rappresentare i banchetti che si tenevano alla corte sabauda; interessante la camera da letto di Carlo Alberto, piuttosto austera, ma caratterizzata dalla presenza di un’opera rinascimentale: la Madonna in trono col Bambino tra S. Giovanni Battista e S. Nazario di Defendente Ferrari, che dimostra, se ce ne fosse bisogno il gusto per l’arte del sovrano. Inoltre non vanno trascurate la galleria di Daniel e il Gabinetto cinese (le decorazioni che ricordano la Cina erano care ai Savoia visto che una sala cinese è presente anche nel castello sabaudo di Govone).
La visita al palazzo reale è certamente una bella esperienza per immergersi nella storia di casa Savoia e del Piemonte, oltre che per ammirare un ambiente di grande fascino. Per tutte le informazioni sugli orari di apertura e sulle tariffe: www.ilpalazzorealeditorino.it