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La Grande Traversata delle Langhe

Gianfranco Carosso25 giugno 2014

La proposta della “Grande traversata delle Langhe” vuole essere una opportunità per rivivere ed assaporare le magiche atmosfere di un passato legato ai commerci che hanno animato l’Alta Langa.

Nei secoli passati queste colline erano attraversate dai flussi mercantili tra i porti della Liguria e la pianura piemontese, diretti verso le città di Alba ed Asti quali principali centri di smistamento.

La merce più preziosa era il sale, che ha dato anche il nome a molti di questi percorsi, sui quale i signori locali facevano “pagare pedaggio (e quanti toponimi pedaggera si troano ancora oggi!) in alcuni passaggi obbligati.

Al commercio legale, praticato alla luce del giorno, si affiancava, al calar del sole, quello illegale: erano infatti numerosi i contrabbandieri, gli sfrösado-r, che percorrevano stradine nascoste nei boschi.

Si trattava di percorsi che seguivano le creste delle colline (andar per langa indica ancora oggi questo modo di procedere), evitando il più possibile di costeggiare fiumi e torrenti dal corso tormentato e poco sicuro, seguendo viottoli tortuosi ed utilizzabili esclusivamente  con bestie da soma, oltre che a piedi; si trattava di un fascio di vie e di percorsi alternativi, che non necessitavano di manutenzione e che venivano scelti sia per i traffici legali che di contrabbando.

Solo a partire dal 1800, con la dominazione napoleonica, si avverte la necessità di dotare il territorio di strade carrabili. È da qui che ha inizio la (breve) epopea dei cartuné (i carrettieri) e la scomparsa dei muli e degli asini come animali da trasporto.

Non sono scomparse invece le osterie e la tradizionale ospitalità diffusa, presente in tutti i centri abitati e nelle più sperdute frazioni: con l’avvento dell’asfalto e delle auto ai cartuné si sono sostituiti prima i turisti, poi gli enoturisti

L’itinerario escursionistico denominato “Grande Traversata delle Langhe” unisce Saliceto a Santo Stefano Belbo; percorre le dorsali che separano le valli Bormida ed Uzzone prima e Belbo e Bormida poi; con i suoi quasi 60 Km di sviluppo totale costituisce un percorso valido sia per l’escursionista a piedi che in mountain bike.

È ideale proprio per quest’ultimo mezzo: con un buon allenamento è percorribile tranquillamente in un paio di giorni, senza particolari difficoltà tecniche  (è consigliabile da Saliceto verso Santo Stefano Belbo, con le salite su asfalto e le discese su sterrato).

L’itinerario è segnalato con tabelle che riportano il logo “Gtl” e le distanze chilometriche dalla partenza e dall’arrivo oltre che dai paesi più vicini. Sono inoltre presenti tacche in vernice (rosso-bianco-rosso) su alberi, muretti e pali.

Inoltre costituisce il tratto finale del percorso escursionistico Via dei feudi Carretteschi che unisce Liguria e Piemonte (precisamente Finalborgo con Santo Stefano Belbo), con uno sviluppo totale di 134 chilometri.

Lungo il tragitto, come per i commercianti ed i contrabbandieri del passato, è possibile sostare nelle osterie e nelle locande e conoscere produttori ed artigiani del territorio.

Per animare questa proposta turistica l’associazione “Terre Alte” organizza passeggiate e trekking (anche con i muli!) con accompagnatori naturalistici, visite guidate e degustazioni di prodotti tipici presso i produttori locali (cantine, allevamenti e caseifici, laboratori artigianali di produzione dolciaria, ecc.).

Tutte queste visite possono essere realizzate a scopo didattico anche dalle scuole.

Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare l’associazione “Terre Alte” www.terrealte.cn.it