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Mordor

Pietro Giovannini17 settembre 2017

“Quando attraversarono il ponte e guardarono in direzione del Colle, rimasero con il fiato mozzo… Il Vecchio Granaio sul lato occidentale era stato demolito, e sostituito da filari di orridi capannoni. Tutti i castagni erano scomparsi. Gli argini e le siepi erano rotti. Grandi carri occupavano un campo ove un tempo cresceva un prato. Via Saccoforino era un’immensa cava di sabbia e di pietrisco. Casa Baggins era nascosta alla vista da un groviglio di capanne. –L’hanno abbattuto!–, gridò Sam. –Hanno abbattuto l’Albero della Festa!–… Esso giaceva secco in mezzo al campo. Sam scoppiò in lacrime. –Questo è peggio di Mordor!– disse –Molto peggio, in un certo senso. Ti colpisce dritto al cuore, come si suol dire, perché questa era la casa del cuore, e ce la ricordiamo come era prima– –Sì, questo è Mordor– disse Frodo –Una delle sue opere–”

È un passo di un libro a me molto caro, l’epilogo di una storia iniziata 1300 pagine prima quando l’Hobbit Frodo col fido Sam parte dalla bucolica e felice Contea verso Mordor, la Terra Nera, il regno di Sauron, emblema del Male Assoluto, per distruggere l’Unico, l’Anello del Potere, che non può creare niente di Bello ma solo peggiorare e avvizzire le cose. E dopo che la missione è compiuta gli Hobbit ritornano a Casa. Ma anche qui è arrivato Mordor. La descrizione della collina di Hobbyville è purtroppo troppo simile alle realtà che mi passano sotto gli occhi ogni giorno per non pensare che Tolkien (cioé l’ autore del libro, che è poi “Il Signore degli Anelli”) non si fosse ispirato alla triste civiltà industriale contemporanea per immaginare e descrivere Mordor.¹

Il libro è estremamente complesso, ed un’analisi delle tematiche ci porterebbe molto lontano. Semplificando molto, due delle migliori armi del Nemico sono la Stupidità e l’Ambizione che unite portano anche la persona più inconsapevole ad agire per il Male. Così per gli ignari Hobbit plagiati a rovinare la bella Contea per produrre di più, distruggendo il vecchio mulino “per uno più grosso pieno di ruote e aggeggi stranieri. L’idea è di macinare di più e più in fretta. Ma per macinare ci vuole grano e non ve n’era certo di più per il mulino nuovo che per quello vecchio”. Vi viene in mente niente?

E cosa dire degli alberi.² Leggo che si devono tagliare interi viali per la sicurezza stradale. Ma gli alberi -mi sembra- non si muovono…

Cari amministratori, fate delle strade nuove, belle larghe e dritte se proprio i vostri concittadini non riescono ad evitare i platani ai lati!

Amministrare significa anche mantenere e conservare il patrimonio comune; e gli alberi lo sono più di molte di quelle orride case che avete fatto e fate costruire, spiegandoci che avete bisogno degli oneri di urbanizzazione, dell’ICI ecc. per mandare avanti il comune.

E poi con quei soldi tagliate i platani?

Forse non lo sapete, ma state lavorando per Mordor.

Ma anche noi -tutti noi- cerchiamo di ricordarcelo e nel nostro piccolo allontaniamo la tentazione, per stupidità e ambizione, di farci sempre la casa un piano più alta di quella del vicino.

 

¹ Tolkien in realtà ha sempre negato qualunque riferimento nel romanzo, all’era contemporanea, come alla prima guerra mondiale in cui aveva combattutto in posti terribili come la Somne e Verdun. Probabilmente per non sminuire la portata visionaria della sua opera. Ma l’intera critica ovviamente è di parere opposto.

² Questa degli alberi non mi va proprio giù. Se si pensa a quanti anni (a volte centinaia) impiegano per crescere anche solo a decorare un viale… e poi arriva un idiota che ha un mandato di 5 anni e in quei cinque anni cosa fa? Li abbatte! E succede di continuo.