Tu sei qui

Vita

Pietro Giovannini17 settembre 2017

Ho sul comodino una biografia¹ dello scrittore americano Henry Charles Bukowski.

La vita di Bukowski: praticamente i suoi libri.

Così esagerata, così senza speranza, così vuota. Un’unica luce lo ha tenuto in vita contro il parere-volere dei medici, contro se stesso, contro un destino “che lo faceva sempre diventare il migliore in ogni cosa, quando quella cosa non contava più niente”.

Scrivere, scrivere, scrivere.

Racconti, romanzi, poesie, rubriche e di nuovo racconti, e poesie, e romanzi Dimenticando i bar in cui aveva vomitato, i tuguri in cui aveva dormito, i letti d’ospedale e le pozzanghere, le corse dei cavalli e le botte di suo padre, le risse, gli adulatori, la morte, le donne e la solitudine delle giornate identiche.

Lasciando nei libri tutto quel veleno, i timbri postali, il fegato a pezzi, i foruncoli, le ninfomani, il vino da due soldi, le tasse, la musica classica, i reading, le giovani ragazze in fiore e tante, tante, tante sbronze.

Una vita tutta d’un fiato, senza soste, senza ieri, senza domani.

Una vita da B-movie, da feuilletton, da telenovela.

Una vita impossibile, improbabile, unica e disperata come uno dei suoi romanzi. Anzi, come il migliore dei suoi romanzi.

Povero vecchio Bukowski, così lucido e vero, così spietato, così solo.

Tu il perdente “nel cortile di ogni college americano”, tu l’ubriacone, tu il fallito. 

Hai vissuto e hai scritto.

Con lo stesso stile.

Noi ti leggiamo oggi, ancora invidiando la tua sincerità.

Come i tuoi gatti, come i tuoi fiori.

Senza rimorsi.

Senza rimpianti.

Senza compromessi.

 

¹ L’autore della biografia è inglese e si chiama Howard Sounes. Ha scritto solo un’altra biografia nella sua carriera: quella di Bob Dylan! E poi ditemi che non bisogna credere alle affinità elettive?!?!