Tu sei qui

Hugo

Pietro Giovannini17 settembre 2017

Hugo Pratt se ne è andato un’estate di cinque anni fa, e oggi l’ultimo numero de “I Viaggi” di Repubblica gli dedica la copertina… o meglio la dedica al suo alter–ego, il marinaio Corto Maltese.

All’interno una bella idea: itinerari possibili sulle orme delle avventure dell’enigmatico marinaio. E un’intervista particolare.

Arriva da lontano, raccolta da Antonio Politano due mesi prima della scomparsa di Pratt, uno dei più grandi autori di fumetti di tutti i tempi¹, amato in ogni parte del mondo (come ricorda Politano, quel giorno Le Monde titolò in prima pagina “L’ultimo viaggio di Corto”) e soprattutto uno dei pochi capace di raccontare storie in grado di resistere al tempo.

Come per esempio Robert Louis Stevenson, autore di quel piccolo gioiello che è “Treasure Island” e di quell’altro capolavoro che è “Dr. Jekill & Mr. Hyde”

Con Stevenson, Pratt condivise la passione per i Mari del Sud (Stevenson si ritirò a vivere nell’isola di Samoa, dove gli indigeni lo chiamavano Tusitala –il narratore– e lo vollero seppellire in vetta al monte sacro di Vaea, dove riposa tutt’ora) e una vita avventurosa; come lui ci ha lasciato opere che non dovrebbero mancare sullo scaffale di ogni amante dell’avventura: penso innanzitutto a “Una ballata del Mare Salato” e al personaggio di Pandora, quella che alla fine dell’avventura guarda Corto negli occhi e dice “Non verrò con te Corto Maltese”, senza che lui le abbia chiesto nulla.

Un giorno di marzo di cinque anni fa feci leggere a Paolo Conte un soggetto di un racconto dicendo che avrei voluto farlo illustrare: a lui piacque e mi consigliò appunto Hugo Pratt (!)

Ma Pratt le sue storie sapeva benissimo scriversele da solo, ed io invece le mie non ho mai imparato a disegnarle!

E così dopo cinque anni, questo omaggio de “I Viaggi” a Pratt mi ha fatto piacere (e forse un po’ di invidia per non averlo fatto io), tanto che ho scritto questo editoriale.

L’intervista finiva con una bella frase: “Sono sempre andato in giro disegnando; nella mia vita ho avuto grande fortuna e tanta libertà”.

Tutte le volte che vedo una sua tavola penso che, disegnando, lui di libertà ne regalava un po’ anche a noi.

 

¹ Adoro Pratt, come del resto Toppi, Micheluzzi, Battaglia, Bonvi e soprattutto Jacovitti. Il fumetto è una delle mie grandi passioni (ne ho la casa anzi la cantina piena) ma il mio mito, il più grande dei disegnatori italiani, il numero uno, inarrivabile e inimitabile, resta Roberto Raviola, in arte Magnus.