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La Morra, fantasia e realtà

Massimo MartinelliOriginariamente pubblicato nel 1999

Il paese di La Morra, oltre alle bellezze paesaggistiche che dipendono  dalla collocazione in cima alla collina, ha coltivato nel tempo il gusto di fare festa in maniera sempre diversa.

Famosa al proposito la festa “dell’uva” organizzata in collaborazione con “La Stampa” nel 1933, con più di 18.000 persone; con il paese letteralmente invaso (se penso alle necessità evacuatorie di tutta questa moltitudine, mi vengono i brividi: certamente in mezzo ai filari...).

In seguito, verso il 1966-70, fu il primo paese ad organizzare manifestazioni legate al vino Barolo, con l’invito rivolto a tutti i produttori del grande vino ad esporre le proprie bottiglie, in mostre a tema, molto belle per il tempo.

Nel 1972 è stato inaugurato sulla piazza alta del paese il “monumento al vignaiolo” quale doveroso omaggio all’operaio della vigna!

E dieci anni dopo (1982) viene fondata la confraternita “Compagnia dei Vignaioli” che, oltre a riunire appassionati di cibo e di vino (i postulanti - quando ritenuti degni - vengono insigniti del collare-medaglia recante i simboli dell’associazione, in specifiche riunioni conviviali, dopo aver superato le prove di innesto, potatura e degustazione...) organizza a cadenza biennale il “Premio al vignaiolo del mondo” (si alternano al premio un vigneron italiano e uno straniero, con un palmares di tutto rispetto e profondi legami di amicizia, di scambi, di visite!

Come non ricordare i vari personaggi: Giuseppe Gasparini, ligure tutto di un pezzo; Hugo Hulst, olandese; Mario Pezzi, romagnolo aperto; Pierre Guillemot, la fierezza della Borgogna; Marta Galli dal Valpolicella; Pirmin Heinzmann, dalle vigne svizzere più alte d’Europa; Francesco Moser campione di pedale e di vigna in Trentino; Jens Michael Gundersen, vignaiolo colto e appassionato dalla Danimarca...

La “Mangialonga” è stata ideata nel 1986 da un’intuizione geniale di Carletto Revello, subito appoggiata e sostenuta da tutti; oggi esportata in tre percorsi italiani, due svizzeri e due francesi, governati da una “confraternita” che stabilisce gli scambi dei vini sui diversi percorsi (quest’anno per esempio il vino del Roero è stato presentato in Borgogna; quello della Borgogna verrà a La Morra; da La Morra si andrà in Svizzera a Visperterminen nelle vigne di altura!) proprio perché da questi scambi  nasce la conoscenza, la considerazione, la stima, la consapevolezza e l’amicizia.

Un modo facile di pensare all’Europa, di brindare a questa idea di unitarietà.

Da La Morra sono partiti questi messaggi, messaggi che si sono consolidati nel tempo, creando curiosità, interesse e motivo di richiamo! Nel nome di quel grande e mitico vino che è il Barolo.