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Mostra su testimonianze e culto albese di San Teobaldo

Diego De Finis19 gennaio 2015

Il Museo diocesano di Alba propone a partire dal 31 gennaio fino al 30 marzo una mostra dedicata al culto di San Teobaldo Roggeri, copatrono di Alba.

Teobaldo Roggeri è vissuto fra il 1100 e il 1150 proprio nella capitale delle Langhe anche se è nato a Vicoforte. Secondo quanto ci è pervenuto, la sua vita è stata improntata all'umiltà e al servizio, non a caso è il patrono dei facchini e dei calzolai. La sua vicenda è simile per certi versi a quella di San Francesco d'Assisi. Infatti abbandonò secondo la tradizione una vita non ricca, ma comunque tranquilla per donare tutto ai poveri e dedicarsi all'umile lavoro da facchino. E' venerato proprio per la sua generosità verso i bisognosi e la sua umiltà.

E' stato il vescovo albese Alerino Rembaudi il 31 gennaio del 1429 a ritrovare in circostanze miracolose, secondo la tradizione, la sua tomba e a rinverdirne il culto. La mostra del Mudi si apre proprio il giorno di questa fausta ricorrenza e propone al pubblico il reliquiario a busto quattrocentesco che ne ospitava il capo. L'esposizione si propone di documentare e approfondire la conoscenza del culto del copratrono albese, attraverso per esempio l'esposizione del rotulo che ne narra le vicende biografiche. L'altra fonte di riferimento per la sua vita è un racconto pubblicato nel 1626 da Passoni, che però non ne ha reso note le fonti. Il culto di San Teobaldo passa per il riconoscimento ufficiale ottenuto nel 1841 dal vescovo Costanzo Michele Fea. Alcuni documenti testimoniano anche la fortuna del culto di San Teobaldo attraverso la Compagnia a lui dedicata dopo il ritrovamento della tomba grazie all'iniziativa del vescovo Rembaudi.

La mostra è visitabile negli orari di apertura del museo: lunedì e venerdì dalle 9 alle 13 ; sabato e domenica dalle 14 alle 19. Il costo di ingresso è di  tre euro, (1,5 euro ridotto), i minori di sei anni e i disabili possono entrare gratuitamente.